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Latina. Assalto alla Rai, la sinistra impone i suoi diktat. Benedetto Della Vedova: «All'opposizione tuonavano. Ora fanno la stessa cosa»

«Dopo 5 anni trascorsi a denunciare, dall’opposizione, il licenziamento politico dei giornalisti "scomodi", l’Unione, ora al governo, procede a larghi passi alla normalizzazione dell’informazione radio-televisiva». Parla Benedetto Della Vedova, Presidente dei Riformatori Liberali e Deputato di Forza Italia: «Prima il "preavviso" dei Ds al TG1 di Mimun, ora il "richiamo" di Iovene, Merlo, Di Lello, Fabris e De Petris al TG2 di Mazza, colpevole di non avere abbastanza magnificato il risultato dell’Unione alle recenti amministrative. Che quest’ultimo richiamo politico non si traduca in un attacco diretto al direttore del TG2, con il cui lavoro si assicura di "non volere interferire", ma in una denuncia preoccupata e accigliata al CDA della Rai, non rende meno grave, ma ipocritamente politically correct, e quindi peggiore, l’evidente strategia di normalizzazione "unionista" dell’informazione della concessionaria pubblica». Nel frattempo è partita la campagna per il sì al Referendum. «Una strana congiunzione astrale ci ha fornito un’occasione irripetibile (i processi di riforma non seguono quasi mai percorsi lineari e razionali) per forzare l’immobilismo istituzionale che pesa sul nostro paese e per costringere le due coalizioni in gioco a confrontarsi seriamente sul futuro delle istituzioni. Un’occasione per riflettere su come adeguare la nostra forma di governo alla pratica maggioritaria che i principali attori politici, con una certa inconsapevolezza istituzionale, sembrano considerare ormai scontata, compreso il Prodi di quest’ultimo mese che, da una parte, si comporta come se fosse in vigore il premierato all’inglese (voleva subito l’incarico, vuole dettare l’agenda parlamentare, vorrebbe lo scioglimento immediato in caso di crisi, ecc.), dall’altra sostiene il comitato Scalfaro che considera quella forma di governo una "dittatura". Chiediamo, quindi, e chiederemo ossessivamente fino al giorno del referendum, ai «riformatori del No»: perché volete privarvi dell’unico strumento di cui i riformatori, di destra o di sinistra che siano, possono concretamente oggi disporre? Per avere la botte piena (le riforme) e la moglie ubriaca (un centro-sinistra unito sul referendum)? Avrete solo la moglie ubriaca e un’Italia sempre più ingovernabile».

Mauro Cascio


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