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Latina. Sinistra, tutti giù per terra. Dopo la sconfitta, il litigio. Attilio Cappelli: «Moscardelli impari le regole base della politica»

Il vicesegretario provinciale dei Popolari-Udeur, Attilio Cappelli, replica senza mezzi termini alle dichiarazioni rese dal consigliere regionale della Margherita Claudio Moscardelli, secondo il quale la responsabilità della sconfitta del centrosinistra nel sudpontino sarebbe da addebitare «all’inerzia del governo regionale nei suoi terminali costituiti dal Mof e dalla sanità». «Ancora una volta - ha spiegato Cappelli - Moscardelli conferma, con le sue sconcertanti esternazioni, la propria scarsa capacità di analisi e la propria tracotante supponenza. Qualcuno, prima o poi, dovrà spiegare al giovane consigliere regionale alcune regole fondamentali della politica. Nessuno può pensare di scaricare sull’amministrazione pubblica, responsabilità che sono proprie, ovviamente, dei singoli partiti. Tale pretesa denota una strumentale volontà di condizionamento degli enti pubblici che risulta del tutto intollerabile. A quei dirigenti della Asl e del Mof, a suo tempo celebrati dalla stessa Margherita ed oggi curiosamente accusati di aver perso la campagna elettorale, va senz’altro la nostra solidarietà». «Ogni leader politico - prosegue l’esponente dell’Udeur - deve essere in grado di conquistarsi sul campo le proprie vittorie e di assumersi criticamente il peso delle sconfitte. Moscardelli, che si eleva a censore del centrosinistra senza aver avuto mai l’umiltà di confrontarsi con l’elettorato e che disprezza i propri alleati, senza nemmeno interrogarsi sulle proprie “eventuali” colpe, si dimostra un politico assai poco maturo che ancora molto deve imparare dall’esperienza». «Alla vigilia di altre importanti competizioni elettorali, il dibattito sull’esito del voto - conclude Cappelli - va avviato su di un piano ben diverso. Come è successo a Roma, anche in provincia di Latina il centrosinistra deve riuscire a proporre agli elettori un progetto concreto di sviluppo del territorio. Deve saper opporre alla politica del dire quella del fare. Davvero, in questo momento, non abbiamo bisogno delle lezioni di “primi della classe” sempre assenti ad ogni interrogazione».

Mauro Cascio