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Latina. Cultura, dove andremo a finire. Mauro Visari: «La Fondazione ha lo stesso destino di Terme e Intermodale: un clamoroso flop...»

«Noi siamo tra quelli che da oltre 15 anni combattono la battaglia in favore della creazione dell'ente teatro». Scrive Mauro Visari: «Siamo sempre stati convinti della necessità di costruire una struttura adeguata e competente al servizio del pubblico di latina e di tutti quegli operatori culturali che con sacrificio conducono un pregevole lavoro. Abbiamo sostenuto la Fondazione Teatro, come idea, sin dal primo momento della sua costituzione, ma davvero non potevamo immaginare che finisse come oggi la vediamo. Cos'è, infatti, oggi la fondazione teatro? Niente di più che uno strumento completamente estraneo alla città, ad uso e consumo di Luca Barbareschi. Il Sindaco nelle poche sedi di discussione che siamo riusciti a creare ha presentato il progetto della fondazione come qualcosa che sin dall'inizio doveva cominciare a crescere. Ricordo che parlò della partecipazione di altri Enti Pubblici come la Regione e la Camera di Commercio, parlò addirittura di soci privati, disse che erano quattro e a live llo di indiscrezione lasciò trapelare perfino i nomi. A distanza di 2 anni, invece, non c'è proprio niente di tutto questo. Il Comune di Latina è l'unico socio della Fondazione Teatro, nonchè unico finanziatore. Siamo completamente isolati sia sul piano istituzionale che privato. Inoltre, ignoriamo se ci siano rapporti in corso di definizione nè quali essi siano. Insomma, pare che Latina sia autosuffciente e non abbia bisogno di collaborazioni. Alcune settimane fa la fondazione ha mandato chiedere il versamento della quota che il Comune le deve. Con un atto deliberativo di Giunta abbiamo versato i primi 50 mila euro, precisando che gli altri 50 mila sarebbero stati versati successivamente, a causa della indisponibilità dell'intera somma nelle casse. Insomma, la Fondazione rischia di fare la fine di tutte le società partecipate (Terme, intermodale, ecc), senza utili e senza investimenti. Ciò che mi spaventa è che nessuno sembra preoccuparsene, quindi sta diventando l'ennesim a scatola vuota senza futuro e senza respiro autonomo. La Fondazione ha senso di esistere se costituisce un'opportunità, non se finisce per succhiare e dirottare risorse altrimenti utilizzabili. D'altro canto al comune non va meglio. Il Bilancio assegna fondi limitati alla Cultura e lo stesso assessore è delegittimato, dopo la sfiducia incassata dal suo gruppo consiliare di riferimento e dalla Commisione cultura che non intende nemmeno riunirsi in sua presenza. Questo quadro cos'altro rappresenta se non la metafora caos? Ma tanto ormai sono tutti in campagna elettorale. Le beghe hanno il respiro corto e pure le polemiche. Nessuno si interessa sinceramente di cultura, ciò che preme è solo l'apparenza. Per soddisfare questa esigenza sono sufficienti un paio di nomi altisonanti ed una ben organizzata serata di gala, così nessuno si accorgerà che non c'è programmazione, nè pianificazione, nè progettualità. Peccato che a farne le spese sono da un lato un pubblico inconsapevole, dall'altro decine di operatori culturali che meriterebbero di più».

Rita Bittarelli


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