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Latina. RU486, libertà di scelta. Alessandra Mandarelli: «L'aborto è un dramma personale e collettivo. Chi vi ricorre sia tutelato»
«L’aborto è un dramma personale e soggettivo e le donne che decidono di ricorrervi, devono poter scegliere le modalità che ritengono più opportune». A dirlo oggi Alessandra Mandarelli, assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio, intervenendo nel dibattito sulla Ru486.
«Un trauma come quello provocato dall’aborto – ha affermato l’assessore Mandarelli –, è qualcosa di soggettivo che produce conseguenze diverse da persona a persona, per questo le modalità con cui eventualmente ricorrervi devono necessariamente essere il frutto di considerazioni individuali, dettate dalla propria sensibilità seppur resa consapevole da un’eccellente e obiettiva informazione».
«La Ru486 – ha spiegato l’assessore Mandarelli – è un’interruzione di gravidanza non invasiva che evita l’intervento operatorio. Per quanto ho appreso, in alcuni casi dopo la somministrazione del farmaco è stato necessario comunque ricorrere alla sala operatoria, e credo che la sperimentazione potrebbe darci notizie ulteriori e importanti al riguardo. Malgrado questo sono fermamente convinta che l’aborto sia e rimanga una scelta personale e che dunque ogni donna che vi ricorra, lo debba fare nella maniera che ritiene più opportuna, ovviamente nell’ambito delle norme vigenti».
«L’interruzione volontaria di gravidanza – ha continuato – è un trauma che potrebbe compromettere anche la genitorialità futura delle donne che vi si sottopongono. Per questo la scelta personale assume una connotazione fondamentale, e per questo anche la modalità deve essere scelta nella consapevolezza e nell’informazione. Le donne devono essere informate sulle possibilità mediche, farmacologiche e non, ed essere messe in condizione di fare una scelta consapevole”.
“Siamo tutti convinti – ha concluso Mandarelli – che l’aborto sia un dramma, ma siamo altrettanto convinti che la 194 sia una necessità e che ridurre al minimo i traumi psicologici che l’interruzione volontaria di gravidanza potrebbe causare, sia un dovere per gli amministratori pubblici e sanitari».
Rita Bittarelli
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