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Latina. Le mani della mafia sui porti del Lazio? I Verdi chiedono a Marrazzo una task force che possa avviare le indagini sui "clan"...

“Le mani della mafia sui porti del Lazio”. I Verdi chiedono al presidente della Regione, Piero Marrazzo, la realizzazione di una una task force tra assessorati per avviare le indagini sulle opere pubbliche a rischio infiltrazioni mafiose. “E’ ciò che emerge dagli atti dell’inchiesta del processo in corso presso il Tribunale di Roma sul clan mafioso dei Rinzivillo - dicono uniti i consiglieri regionali dei Verdi, Filiberto Zaratti, Enrico Fontana e Peppe Mariani – un procedimento che conferma l’esistenza, più volte denunciata dal nostro partito, di scenari illegali nella regione: la mafia - aggiungono ha messo le mani sugli appalti per i porti e le altre opere pubbliche del Lazio”. “Appalti truccati, controlli sulle illegalità aggirati senza troppe difficoltà, realizzazione di opere sul litorale, e un giro d’affari che va oltre i 25milioni di euro: da Santa Marinella a Fiumicino, da Pomezia a Ostia, da Ardea a Nettuno fino ad arrivare a Gaeta e senza disdegnare interessi nell’interno (Montecompatri, Velletri e Colleferro) - dicono i consiglieri regionali - la lunga ombra dei clan di cosa nostra si è allungata sulla nostra regione”. Per questo i Verdi chiedono una relazione in Commissione sulla Criminalità del pm Adriano Iasillo, che sta conducendo l’inchiesta, e una presa di posizione al presidente della Regione Lazio. “Quanto emerge dalle cronache dell’indagine della direzione distrettuale antimafia di Roma è sconcertante - affermano Fontana Zaratti e Mariani - e richiede l’audizione in commissione criminalità del Pm che ha condotto le indagini. Ma non basta. E’ necessario che il Presidente Marrazzo costituisca una vera e propria task force tra gli assessorati competenti (Trasporti, Lavori Pubblici, Urbanistica e Ambiente) per avviare immediatamente un’indagine a tutto campo sugli appalti relativi a queste opere, eventuali progetti ancora da approvare o gare da indire. Le cifre in gioco sono impressionanti: si parla infatti di cantieri già aperti per 25milioni di euro. si tratta di risorse pubbliche che vanno sottratte alla mafia e restituite a uno sviluppo legale e rispettoso dell’ambiente. Conosciamo la sensibilità di Marazzo su questi temi e siamo sicuri che interverrà quanto prima per stroncare sul nascere ogni affare della mafia nella gestione delle opere pubbliche nel Lazio”. “I risultati di questa inchiesta - concludono Zaratti, Fontana e Mariani - si inseriscono in un contesto di generale preoccupazione sulla presenza sulle attività di clan e organizzazioni criminali che aggrediscono le ricchezze ambientali della nostra regione, a partire proprio dalle coste, troppo spesso oggetto di vere e proprie colate di cemento illegale o apparentemente legale. Uno scandalo denunciato proprio ieri nel rapporto ecomafia 2006 di Legambiente, che vede il Lazio al primo posto in Italia per abusivismo edilizio nelle aree protette”.

Rita Bittarelli


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