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Latina. Il principio massonico dell'Eguaglianza nell'Utopia dell'Egualitarismo. Un saggio di Zappoli Thyrion sulle derive del comunismo
"La Massoneria è un'Istituzione fondata sulla ragione ed è perciò universale nella propria
originalità non confondibile con quella di nessuna religione, perché, libera da
qualsiasi dogmatismo, lascia a ciascuno ogni libertà di credenza, anche religiosa".
Con queste premesse, ribadite nel 1875 nel Convegno di Losanna, inizia il bel saggio
di Roberto Zappoli Thyrion che la Bastogi ha recentemente pubblicato: "Il principio
massonico dell'Eguaglianza nell'Utopia dell'Egualitarismo". Il sottotitolo provvede
ad esplicitare, in parte, il contenuto del saggio: "Il malinteso romantico e la rivoluzione
antiromantica". La produzione saggistica sulla Massoneria degli ultimi anni, compreso
il volume Einaudi della Storia d'Italia di recentissima uscita, è tutta orientata a
sottolineare il ruolo di primissimo piano della Massoneria nei capitoli più salienti
della storia e della cultura occidentale: il deismo razionalista inglese, il massone
Voltaire, la rivoluzione francese che, potata dalle sue patologie giacobine è espressione
della idealità massonica, la rivoluzione americana, con due documenti massonici stricto
sensu come la Dichiarazione d'Indipendenza mutuata dalla continentale Dichiarazione
dei diritti dell'Uomo, i diciassette presidenti degli Stati Uniti massoni a partire
da quel George Washington che ha dato il nome a una città che è tutta carica,
nelle architetture e nelle geometrie, di simbolismo massonico. E ancora, in Italia,
i massoni Cavour, Mazzini, Garibaldi, tutto il pantheon del Risorgimento e l'Italia
liberale pre-fascista. Un altro filone saggistico ha approfondito gli apporti all'istituzione
dei suoi rappresentanti più illustri, da Mozart a Goethe, da Fichte e Schelling a
Giosuè Carducci, da Pascoli a D'Annunzio, da Ghandi a Totò. Il lavoro di
Roberto Zappoli Thyrion, dopo aver analizzato la divisa tripartita (Libertà, Eguaglianza,
Fraternità) che ha costituito per secoli il dna stesso delle logge europee e che
diventerà anche il simbolo della più importante rivoluzione continentale, si sofferma
in particolare sulla eguaglianza, con una serie di distinguo concettuali fondamentali.
Le tesi "egualitarie", intese in senso livellatore, utopico e radicale, hanno dato
origine ai regimi totalitari più statalisti e sanguinari. Ideologie "antiscientifiche"
che hanno trovato il momento più basso, dopo i "puerili" entusiasmi di Marx ed Engels,
in Mao e nella sua nefasta "rivoluzione culturale" fino ad arrivare alle posizioni anticulturali così di moda in questi ultimi anni, rappresentando
l'estrema degradazione-degenerazione ad opera dei suoi eredi teorici.
«Una logica più ampia di quella di Marx proseguì poi, con Lenin, il suo inesorabile cammino
in tutte le società soggette ad una dottrina socialista pienamente espressa. E così
l'ultima tragica ironia di una logica nata da falsi presupposti può essere
individuata nella sua pienezza nei momenti storici più difficili del socialismo. Il marxismo
è oggi il vero oppio delle masse che tenta di sostituire l'oppio delle credenze religiose
classiche. La portata del disastro marxista non può essere misurata soltanto da un mondo
diviso, ostile, perennemente in armi, con milioni e milioni di porti ammazzati...».
La particolarità del lavoro però è quella di cercare un riscontro della patologia
ideologica, fondata su una erronea interpretazione della nozione egualitarismo, nella
struttura neurologica stessa dell'essere umano, allargando il campo politico e storico
a quello dei cosiddetti eventi-correlati (ERPs). Zappoli Thyrion è stato docente
di Clinica delle Malattie Nervose e Mentali a Roma, ha diretto la Clinica Neurologica
dell'Università di Firenze dove ha istituito, nel 1989, il Dipartimento di
Scienze Neurologiche e Psichiatriche. Ha all'attivo, tra saggi, letture magistrali,
didattiche e seminariali circa 307 pubblicazioni.
Mauro Cascio
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