Parvapolis >> Cultura
Latina. Calcio e calciopoli. Maria Corsetti ancora sui mondiali: «Io nel 1970 praticamente non c'ero. Ma stavolta non ci frega nessuno»
Finalmente abbiamo avuto anche noi la nostra Italia-Germania: questo il ricordo del Mondiale 2006 che rimarrà indelebile nella mia generazione. Quella che, nonostante la strepitosa vittoria sul Brasile del 1982, si è dovuta beccare per qualche millennio le leggende di Italia-Germania del 1970. Qualsiasi cosa di strepitoso accadesse su un qualsiasi campo di calcio del mondo, ‘sta cavolo di Italia-Germania riaffiorava sempre per dividere l’umanità tra chi c’era e chi non c’era. O meglio, io c’ero, ma il mio sviluppo psico-fisico non era abbastanza completo per capire l’enormità del momento. D’altra parte l’anno precedente non avevo neanche capito che l’uomo era andato sulla Luna, figuriamoci se potevo comprendere qualcosa di infinitamente superiore. Come pretendere di discutere del Paradiso dantesco, dopo che non si è riusciti a leggere l’Inferno. Italia-Germania del ’70 era una cosa da grandi, più o meno come il sesso. Con la differenza che prima o poi sei ammesso ai segreti dell’eros, mentre Italia-Germania del ’70 è accaduta una volta sola. Trentasei anni attesi con pazienza, ma alla fine - bisogna ammetterlo – la soddisfazione è grandiosa. Adesso ci campiamo di rendita, vesseremo le generazioni future, tutti quei ragazzini nati nel terzo millennio che in questi giorni hanno guardato perplessi i loro genitori affogati tra il televisore nuovo che non funziona e sessanta telecomandi per farlo funzionare. Siccome, cari piccoli, il vostro cervello non è abbastanza pronto per capire l’evento epocale, ve lo spiegherò in parole più semplici. E’ come un’eclissi totale di sole (l’avete studiata all’asilo, giusto? L’avete vista su Rai Educational, no?), con la differenza che per l’eclissi il calcolo è matematico, sai già se ti devi rassegnare per sempre oppure se qualche opportunità ce l’hai. Qui le cose vanno diversamente: matematica, fisica, statistica e tutte le scienze che seguono criteri razionali messe insieme non possono che fornire ipotesi. Meglio l’indagine basata sulle scienze antropologiche. Bisogna guardare nei vivai delle squadre di calcio, individuare il futuro campione, quindi scartarlo perché c’è sempre l’imprevisto del mostro sottovalutato che fino a ieri ha giocato in serie B. La stessa operazione va fatta con le promesse tedesche. A questo punto, formulata la formazione tipo (non è difficili, lo fanno tutti), è necessario farsi il calcolo dei futuri mondiali e delle possibili combinazioni, sperare di arrivare in semifinale e beccare proprio la Germania che ormai ci odia definitivamente. Bisogna batterla, ma soffrendo moltissimo. E comunque la ciliegina sulla torta sarà un po’ difficile per voi: nel 2006 li abbiamo battuti proprio a casa loro. Fatti un po’ il calcolo di cosa deve succedere per ripetere l’impresa.
Stavolta non ci frega nessuna generazione.
Maria Corsetti
|