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Latina. Calcio e calciopoli. L'esito (scontato) del processo-farsa: Juventus in B. Si salvi lo sport dalla gogna dei media e dei giudici
In sintesi: un casino, l'Italia che si dà una martellata sui piedi, chiamando i migliori specialisti nell'arte di farci del male.
Il calcio italiano dovrebbe essere riformato, non distrutto scriveva appena ieri il Financial Times
soprattutto nel momento del suo più grande trionfo. Invece ecco il processo-farsa che può
portare alla distruzione dei grandi valori economici, tecnici e sportivi. E non ad opera
della magistratura ordinaria, col codice penale, con le garanzie del diritto, ma della
cosiddetta "giustizia sportiva", una invenzione che poteva essere accettabile quando il
gioco del calcio era uno sport, confinato a fenomeni amatoriali.
Senza uno straccio di prova, con intercettazioni a senso unico, con i fumi e gli umori
della piazza si è fatta ingiustizia con la foga di volere giustizia a tutti i costi.
La gogna, non solo mediatica, con sentenze illecite e vendicative.
Risultato: i migliori giocatori italiani giocheranno all'estero, le industrie del calcio
sono gravemente danneggiate ed in Europa quest'anno non avremo spazi; quasi venti milioni
di tifosi feriti nell'orgoglio, con il petto squarciato che nemmeno un apache.
«Tutti i risultati ottenuti sul campo - dice l'ex direttore generale bianconero - sono
stati regolari, gli scudetti della Juventus e i piazzamenti delle avversarie sono quelli
che compaiono nelle classifiche. Nessuna partita è stata truccata, nessun arbitro ha
subito condizionamenti». E ancora: «Ecco perché la Juventus in primo luogo, le altre
squadre, ma soprattutto i tifosi, sono stati defraudati da questa sentenza. È questo
il mio rammarico più grande».
In linea con quella del club bianconero, che ha parlato di giustizialismo sommario, il
commento di uno degli avvocati di Moggi,
Fulvio Gianaria: «Per la Juventus è una vera e propria esecuzione».
«Quella dei giudici - dice - è una decisione durissima per Lazio e Fiorentina, mentre
per la Juventus, visti i trenta punti di penalità, è una vera e propria esecuzione».
Quindi Gianaria, che ribadisce il fatto che Moggi abbia abbandonato qualsiasi carica
nel mondo del calcio prima del processo, annuncia che presenterà ricorso. Frattanto
il governicchio abusivo annuncia che non ci sarà nessuna amnistia. Il perdono ad
ex terroristi, oggi esaltati in cariche istituzionali, sì. A Moggi no.
Amen.
Mauro Cascio
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