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Latina. Io sto con Israele. La sinistra radicale sta coi terroristi. E si esauriscono i "se" e i "ma" di no-global, parrucchiere e pacifinti...

Era logico che finisse così. Non c'è scampo la sinistra radicale è come Fantozzi, soprattutto in politica estera deve inciampare, incartarsi sul divano di pelle umana, proporsi in improbabili dialettiche con Filini. Insomma, deve fare ridere. Dovunque li lasci questi nipotini di Stalin te li ritrovi sempre dalla parte sbagliata. È una loro naturale capacità. Li avevi lasciati ieri che dicevano no ad una guerra sacrosanta e giusta. Ed era un no deciso, senza "se" e senza "ma". Oggi quelle stesse persone i "se" e i "ma" li hanno lasciato in cantina, per il prossimo corteo. Così Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista: "Credo si debba intervenire e dunque pensare concretamente a truppe di interposizione in quell'area". Paolo Cento sostiene che siamo di fronte ad una vera e propria strategia di guerra di Tel Aviv e Diliberto dei Comunisti Italiani vorrebbe il rientro dell'ambasciatore italiano. Israele è un paese accerchiato, ci sono sequestri all'ordine dei giorni, kamikaze. Una situazione antica che sta peggiorando con i disegni dell'Iran, con l'appoggio della Siria. Ma Gerusalemme non deve difendersi, gli viene negato il diritto più elementare: quello della sopravvivenza. La sinistra radicale dubbi non ne ha: appoggia i palestinesi, i razzi Katyusha e tutti i paesi che fanno da culla al terrorismo islamico. Anzi, il terrorismo lo chiamano persino resistenza. Come nota il settimanale inglese The Economist, «Il ferocemente antiisraeliano Hezbollah (il "partito di Dio") ha forti simpatie per Hamas; è legato a filo doppio con la Siria, dove risiede Khaled Meshal, il leader di Hamas in esilio; ed entrambi i gruppi hanno l'appoggio dell'Iran». Questo significa che, con ogni probabilità, esiste un disegno unico responsabile degli attacchi subiti da Israele sia dalla striscia di Gaza sia dal Libano meridionale. Un disegno che vede coinvolti: il governo iraniano, il cui leader non solo nega che lo sterminio degli ebrei ad opera del nazismo sia avvenuto ma ritiene anche urgente cancellare Israele dalla carta geografica, e che finanzia Hezbollah; la Siria che continua ad esercitare un ferreo controllo sul Libano; e il neoeletto governo palestinese guidato da Hamas, che ha giurato di distruggere Israele. Questo attacco concentrico è molto più pericoloso delle quattro guerre che Paesi arabi hanno mosso ad Israele venendone sconfitti. Infatti, dato che gli attacchi con razzi (Hezbollah ne ha 12 mila) sulle città Israeliane provengono dai territori unilateralmente liberati da Israele (il Libano meridionale sei anni fa, la striscia di Gaza recentemente grazie alla illuminata politica di Sharon), la politica di "land for peace", concessioni territoriali in cambio della pace, rischia di perdere qualsiasi credibilità presso l'opinione pubblica israeliana. Ma comunisti, Verdi in salsa rossa, pacifinti e No Global non ci stanno. E sono pronti a mettersi l'elmetto. Senza se e senza ma.

Mauro Cascio


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