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Latina. Sogin, la polemica. De Marchis, Mattioli e Pannone: «No all'ennesima svendita del nostro territorio. Liberiamo il lido dalle servitù»
«La questione del protocollo di intesa con la Sogin, fortemente sponsorizzato dal Sindaco, oltre a suscitare un vespaio di polemiche, cela precisi interessi speculativi. Questa è la prima preoccupazione che si evidenzia dall’esame delle posizioni, più meno strumentali, riportate negli ultimi giorni». Scrivono i consiglieri De Marchis, Mattioli e Pannone:
«Colpisce, soprattutto, l’atteggiamento che ha assunto la maggioranza che, da un lato, presenta una proposta francamente incomprensibile, per poi innescare una polemica tutta interna condita da strali e messaggi trasversali. Tutto ciò senza prendere in alcuna considerazione le necessità e le preoccupazioni dei cittadini, e senza coinvolgerli in un processo condiviso.
Viene spontaneo chiedersi: ma se la situazione è così allarmante e tanto urgente, perché si è atteso oltre 3 anni per cercare di porre rimedio in “zona Cesarini”? Per anni (anzi, ormai decenni) questa maggioranza si è del tutto disinteressata del destino della centrale nucleare.
E poi, quali sono i reali interessi che impongono di agire in tutta fretta cercando per forza un accordo del quale non si comprende l’utilità? Intanto si presenta il rischio concreto di nuove speculazioni fondiarie ed immobiliari.
Certo, non è credibile la tesi di chi cerca di far passare il protocollo di intesa con la Sogin come atto necessario per la rivalutazione della marina.
In primo luogo perché siamo solo ad un “concorso di idee”, cioè all’embrione di una proposta programmatica. In secondo luogo perché la maggiorana del Sindaco vorrebbe effettuare un intervento di riqualificazione di un intero comprensorio senza neanche far cenno alla necessità di adottare un qualsiasi strumento urbanistico.
E’ necessario, quindi, superare immediatamente lo stato di empasse in cui si trova la politica, con un livello di guardia più alto e determinato, per tutelare il territorio di tutti e difendere i diritti dei cittadini. Per fare ciò è opportuno coinvolgere direttamente la popolazione della città, i residenti di B.go Sabotino, gli agricoltori e le associazioni ambientaliste, per una mobilitazione che possa bloccare i piani della Sogin, in una battaglia di duro contrasto alle nuove speculazioni.
L’obiettivo deve essere quello di liberare il territorio della città dalle servitù decennali (la centrale nucleare, appunto, ma anche il poligono di tiro e discariche), ed ottenere il ristoro per aver tollerato per troppo tempo delle vere e proprie ipoteche. Solo così si potrà riconquistare un territorio per costruire nuove prospettive per la città, evitando di aggiungere alle vecchie nuove servitù ed ulteriori pregiudizi (depositi di scorie, termovalorizzatore ed altro).
Quindi, il primo obiettivo dovrà essere quello di bloccare l’ordinanza del presidente della Sogin che prevede l’immediata costruzione dei capannoni (con o senza il consenso dell’Amministrazione) e trattare per un piano di dismissione che costituisca una forma di risarcimento per i sacrifici imposti al territorio comunale, magari prevedendo che le scorie nucleari e radioattive di B.go Sabotino trovino collocazione fuori dal territorio provinciale.
In tal senso, il Centrosinistra sarà impegnato a presentare una risoluzione nel prossimo Consiglio Comunale affinché la Giunta blocchi immediatamente l’ordinanza della Sogin, censurandone la condotta ed aprendo un dialogo con l’intera città e con le forze produttive e sociali dell’area interessata».
Mauro Cascio
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