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Latina. I pacifinti fanno autocritica. Giorgio Libralato (Verdi): «Ieri "senza se e senza ma". Oggi "qualche volta"». Viva la coerenza

«Propongo di aggiungere sul simbolo dei verdi per la pace la scritta "qualche volta anche per la guerra, dipende dal governo, mica si può sempre decidere tutto prima"». Scrive Giorgio Libralato: «Dopo la campagna per le primarie con lo slogan "cosa ci sto a fare, il nostro premier è Romano Prodi?", la campagna quatta quatta per le politiche con lo slogan "dateci il 2%, che vinca Prodi, una poltrona arriverà", arriva il voto sull'Afghanistan. Dal 4 aprile 2005 è passato un anno 3 mesi e 22 giorni, data delle dimissioni del presidente regionale dei verdi non è stato possibile effettuare un congresso, un'assemblea, un confronto. Il commissariamento che doveva essere immediato è arrivato dopo 11 mesi. Aboliamo anche statuto e regolamenti tanto non servono a niente sono solo carta straccia. Il caso Terracina insegna, come quello sull'Afghanistan, come quello della Federazione Regionale. Cosa ne è di: Più lenti, più profondi, più dolci. Se continua così il partito dei verdi delusi sarà maggioranza in Italia. Coraggio il peggio non è mai morto».

Mauro Cascio


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