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Latina. Zebre, cialtronate e pecore. Si conclude il processo farsa. Il Tar o la Corte Europea possono annullare il pasticciaccio infame

Il processo-farsa ha avuto il suo (provvisorio) finale. Tutti hanno detto la loro e non partecipare al coro sembra un atto di scortesia. Certo dalla sentenza dell'altro giorno non ci si potevano aspettare le scuse per i quintali di fregnacce vomitate ovunque, dai quotidiani nazionali ai piccoli siti internet locali di cui fino al giorno prima non sospettavamo neppure l'esistenza. Il popolo bue voleva la testa della Juventus. E così è stato. In barba alle più elementari concezioni di giustizia. Un processo messo su senza prove, costruendo un impianto accusatorio su intercettazioni a senso unico, senza presunzione di innocenza: anzi, il contrario, con la colpevolezza scontata e la gogna nei media, con i gradi successivi di giudizio come pura prassi. E come se non bastasse il chiaroscuro di questo pasticciaccio a matita ha coinvolto una serie A che adesso è più debole, una credibilità internazionale che vale un mozzicone, un diffuso senso di ingiustizia per una classe di azzeccagarbugli che accoglie i teoremi sentendo subito puzza di marcio apriori. «Sono contento per chi è riuscito a salvarsi, ma scontento per la Juve che difenderò in tutte le sedi opportune», ha detto appena ieri Luciano Moggi, la vittima numero uno della tirannia dell'opinione elevata a giurisprudenza. «La Juve non ha niente da farsi perdonare - ha osservato in un incontro con i giornalisti - perché i suoi dirigenti si sono comportati sempre nel modo giusto. Tutto quello che è stato detto e fatto verrà smontato. È giusto che la Juventus ricorra e anch'io lo farò all'estremo limite». Resta aperta la strada del Tar che non può intervenire nel merito delle singole decisioni della Caf ma può annullare in toto l'intero processo-farsa. Oltretutto ci sono tutti gli estremi giuridici per chiedere l'annullamento anche portando le carte alla Corte della Comunità Europa di Lussemburgo, la stessa che emanando la "sentenza Bosman" stravolse, nel 1995, il sistema dei trasferimenti dei giocatori professionisti in Europa. Questa storia non doveva proprio cominciare. Ma ancora non è detto che sia stata scritta la parola "fine".

Mauro Cascio


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