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Latina. Intervista all'Europeo. Licio Gelli: «Ricordo ancora l'iniziazione di Berlusconi. Sognavo un Massoneria d'eccellenza che cambiasse l'Italia»
L'11 febbraio Licio Gelli, l'ex Maestro Venerabile della Loggia P2, ha donato all'archivio di Stato di Pistoia i propri
archivi personali. Migliaia di documenti riservati e fotografie
che coprono un arco di tempo impressionante, dal fascismo alla
guerra civile spagnola. E la corrispondenza privata: quella
che Gelli ha intrattenuto con i potenti del nostro Paese da Giulio
Andreotti a Silvio Berlusconi. In un'intervista all'Europeo,
poi riportata anche dal secolo XIX, Gelli ripercorre quei "maledetti"
anni 80, così pieni di strumentalizzazioni e di polveroni.
Nel piano Rinascita Democratica si cita l'importanza della Massoneria internazionale. Questo significava l'appoggio degli americani o comunque di forze esterne?
«Sì, era importante avere una collaborazione della Massoneria internazionale. Quello che non si poteva ottenere con l'appoggio politico interno si poteva appianare attraverso rapporti massonici internazionali».
Molti pensano che fosse un piano concordato con gli Stati Uniti. Reagan, in particolare, era massone. Cosa può dire al riguardo?
«I contatti ci potevano essere. Per carità, i rapporti c'erano, sono stato presente a tre cerimonie di insediamento di presidenti americani: Carter, Reagan e Bush padre. Bush padre poteva essere molto vicino ad ambienti massonici. Sì, era vicino ad essi».
Nel 1978 Berlusconi entra nella P2. Lei come ricorda l'iniziazione?
«[...] A volte ce n'erano tre-quattro al giorno da iniziare. Si dedicava un'ora e un quarto a ogni iniziazione. C'era quello che parlava della materia di cui si interessava, veniva fatta una prolusione, una cosa semplicissima. C'era una discussione, una specie di colloquio. Le ammissioni alla P2 venivano organizzate secondo le capacità dei candidati, le loro attitudini, in modo da trovare eventualmente la persona che potesse avere un colloquio e approfondirlo su varie questioni di carattere spirituali».
Lei come ricorda l'incontro con Berlusconi?
«Si era alla presenza di altri due o tre fratelli massoni; senz'altro c'era Roberto Gervaso, c'era presente Fabrizio Trecca, il medico ora in tv. C'erano vari personaggi rappresentativi, nella P2. Erano tutte persone che rappresentavano un settore. L'idea era quella di riunire il meglio della società».
Lei ha l'impressione che Berlusconi abbia usato la P2?
«Queste sono cose che possono succedere. Come lei può immaginare, fra le tante persone che facevano la domanda non tutte avevano un pedigree con 10 decimi. Coloro che si pensava non fossero degni non si accettavano. Quelli che venivano accettati si pensava che fossero tutti sulla stessa onda.».
C'è chi ha detto che Berlusconi ha attinto a piene mani dal suo piano per il programma di governo. Lei concorda?
«Può darsi che gli sia piaciuto, questo non lo so. Perché, guardi, il Piano Rinascita se lo esamina - dalla riforma della giustizia alla divisione delle carriere nella magistratura - è formato da ottimi principi: come potere, che prevedeva una repubblica presidenziale, è giusto che ci sia qualcuno che dice sì o no».
E sulle deviazioni vere o presunti, sulle carriere, sulle concentrazioni di potere:
«Noi non seguivamo i singoli massoni, dopo la loro ammissione: non potevamo occuparci da vicino di ciò che singolarmente ognuno faceva e controllarlo. Il colloquio di ammissione era molto approfondito e vedevamo se aveva quelle caratteristiche per poter partecipare all'associazione. [...] Quando la ammettono deve rispondere a determinate domande e dopo lei viene giudicato secondo un giudizio espresso. Uno deve avere dei principi validi. Non è vero che la Massoneria è nata per avvantaggiarsi, non è vero, è nata per poter correggere la società. È sorta soltanto per poterla migliorare, per insegnarle qualcosa, certi principi che poi hanno tante altre associazioni: può essere il Rotary, il Lions. Quelle sono le anticamere della Massoneria, che poggia su una triade di valori: fai ciò che desideri sia fatto a te; cerca di fare quello che desideri venga fatto a te; prevedi e provvedi alle necessità di tuo fratello
senza che esso conosca da quale parte proviene. Prevedi e provvedi: questa è la base. È un po' difficile, ma se uno fa una buona scelta, perché più che altro è il comportamento, non è la tessera che fa il massone. Uno deve nascere in un certo qual modo massone. Perché ci sono più cosiddetti "fratelli senza il grembiule" che nei templi. Quello del tempio è una formazione che si può apprendere, per quanto riguarda la materia esoterica e basta. Per il resto devi essere tu stesso portato al bene».
Mauro Cascio
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