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San Felice. L'Avvocato dei diavoli. Nino Marazzita: «Noi ci fermiamo come esseri umani al fatto che il crimine ci sconvolge e non andiamo oltre»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Nino Marazzita.
Il suo ultimo libro si chiama l' "Avvocato dei diavoli", una
scelta editoriale o un voler sottolineare cosa?
«È una definizione che mi hanno affibbiato i giornali. E la Rizzoli
ha deciso di usarlo. Io non mi sento sempre l'Avvocato dei Diavoli,
per esempio nel caso di Pasolini, o del caso di Moro e la sua scorta,
non mi sento dalla parte dei diavoli. Mi sento dalla parte dei diavoli
quando difendo i serial killer. Mi sento dalla parte loro perché cerco
di capirne i motivi». Capire il crimine: è possibile?
«Noi ci fermiamo come esseri umani al fatto che il crimine ci sconvolge
e quindi prendiamo il crimine così com'è. Del resto non esiste un comportamento
umano che abbia un perché; a meno che il comportamento umano non sia determinato
dalla follia e in questo caso il ruolo dell'avvocato è importante perché va ad affermare
quella follia, con il risultato di far curare chi da quella follia è affetto, ma a parte
questi casi ogni comportamento ha un perché. Mi si chiede spesso: come fai a difendere
gli assassini? Io faccio presente che in Italia oltre il 38% degli imputati poi
vengono assolti, quindi si difendono anche gli innocenti. Poi l'assassino non è sempre
uguale, c'è l'assassino che uccide per rubare un Rolex, c'è l'assassino che viene
provocato, c'è l'assassino che diviene tale per autodifesa, si uccide per distrazione
con l'automobile, quindi si difendono le persone che possono avere i più disparati
reati, dai due anni all'ergastolo. La difesa è importante perché lotta per avere
una pena adeguata». Una domanda banale: ha mai avuto paura? Ci sono mai
stati rischi di osmosi? «Non è una domanda banale. Perché questo tende sempre
a verificarsi. È l'esperienza che lo tiene a bada. Nella prima parte degli incontri
questo processo non lo blocco per poter andare in sintonia con la persona che difendo.
Il distacco avviene dopo. Io ricordo sempre che non difendo i reati, io difendo
le persone». Cos'è per lei il male? «Il male è una scelta stupida di una mente
stupida».
Attualità. Decreto Bersani, la sua posizione? Gli avvocati sono una corporazione?
«Io non ho aderito allo sciopero perché sono per le liberalizzazioni e sono contro
le difese corporative. L'ho detto diverse volte e ho mantenuto in tribunale
quello che avevo promesso. Bisogna liberarsi dagli interessi corporativi e rendersi
conto che nel mondo si è più utili se non si pensa soltanto a se stessi ma se si
pensa alla collettività. E questa è una legge avanzata propria di un Paese
civile e liberale». Indulto e amnistia? «Sono talmente maldestri i nostri
legislatori che strumentalizzano tutto e non riescono mai ad avere un'idea precisa.
Un'amnistia poteva esser fatta dosando meglio l'intelligenza».
Torniamo a lei: c'è stato una caso di un criminale che avrebbe voluto difendere?
«I grandi criminali del passato. Hitler, Stalin. Fare un viaggio nelle menti
malate di queste personeche hanno fatto danni devastanti sarebbe stata un'avventura
molto interessante». Per terminare gli avvocati possono essere diavoli?
«Qualche diavolo sì, c'è. Qualche avvocato è un diavolo perché fa male il suo
lavoro, se ne approfitta e via discorrendo. Qualche avvocato è invece un diavoletto,
è furbo, intrapendente, fa il suo lavoro con fantasia, in modo gioioso; e sono utili
a se stessi ma soprattutto alla collettività».
Elisabetta Rizzo
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