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Latina. Juventus in A. Amedeo Goria e l'accanimento contro i bianconeri: «Tutti scontenti. La serie A non parte con i migliori auspici»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Amedeo Goria. Un'estate davvero di fuoco per il mondo del calcio. L'emozione del Mondiale, il presunto scandalo di Moggiopoli, che giuristi e fior di giornalisti reputano un processo-farsa. Cominciamo dal Mondiale... «Un'emozione grandissima, soprattutto per chi come me l'ha raccontata in prima linea, in trincea. Ed ero l'unico giornalista italiano a bordo campo. Ho festeggiato con loro. Abbiamo faticato molto, tutti, ad avere l'esatta dimensione dell'incredibile che stava accadendo. Abbiamo realizzato tardi. Lo stesso Buffon, che è un mio caro amico, mi diceva: Amede', mi sembra di avere in mano il Trofeo Moretti». La Juventus vittima della tirannia dell'opinione, ora si ricorre prima al Tar e poi alla Corte Europea per annullare le sentenze... Aldilà delle responsabilità, da accertare e tutte individuali, c'è stata una situazione di accanimento... «C'è stata una sentenza di primo grado molto dura, poi parzialmente mitigata in appello. Certo, pare che le squadre siano scontente tutte. A parte forse il Milan che tuttosommato è la squadra a cui è andata meglio. Insomma, il campionato non parte con i migliori auspici, a parte il fatto che non si sa come e quando partirà». Essere tifoso è una sfiga... «I tifosi non c'entrano mai nulla. Il tifoso ha bisogno di amare qualcosa o qualcuno. Io sono geloso della mia famiglia, di mia moglie, della mia auto. Ed è geloso pure della propria squadra del cuore alla quale si attacca perché il tifo va oltre. È masochismo e passione per dare sfogo ai nostri sentimenti. Il tifoso è quasi sempre cornuto e mazziato. Su 20 squadre 19 sono cornute e mazziate e solo una festeggia». Cosa significa fare il giornalista in questo ambiente? «Io ho fatto tante cose. Non sono così giovane come cerco di essere. Ho condotto oltre 500 puntate di Uno Mattina, ho lavorato agli Speciali. Ho fatto tante esperienze. Indubbiamente oggi chi si occupa di sport deve anche occuparsi di economia e di materie giudiziarie e non solo di tacchetti, di pressing e di questioni tecnico-tattiche».

Elisabetta Rizzo

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