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Latina, occhio al territorio
Il Comune di Latina si attrezza e guarda lontano. In questi giorni, per il tramite dell’assessore all’Urbanistica Italo Ranieri, è stato consegnato alla Regione Lazio lo “Studio geologico e vegetazionale” dei 26.000 ettari di territorio comunale. «Questo studio è un adempimento ad un obbligo normativo regionale – spiega l’assessore Ranieri – ed è stato realizzato nell’ambito delle competenze dell’Ufficio di Piano. La Regione Lazio entro sessanta giorni dovrà risponderci con un parere vincolante, che noi dovremo considerare poi ai fini dell’adozione del Piano regolatore generale. La cosa importante è che partendo dai criteri imposti dalla Regione, e d’accordo con i suoi uffici, noi allargheremo il lavoro per renderlo continuativo nel tempo». Lo studio effettuato è veramente corposo, il territorio comunale è stato analizzato “in lungo e in largo”: la struttura geologica, la vegetazione, l’utilizzo del suolo, l’altimetria fino ad arrivare alla classificazione agronomica. Il risultato è riportato in due “tavole di sintesi”: la carta della pericolosità e vulnerabilità, la carta dell’idoneità geologica e ambientale. Questo lavoro è solo una prima fase, la seconda porterà, d’accordo con l’assessorato all’Ambiente, ad un monitoraggio continuo del territorio. «Per realizzare lo Studio geo-vegetazionale – continua Ranieri – sono stati effettuati circa 15 “pozzi” di sondaggio a diverse profondità, dai 15 ai 30 metri, tutti in aree di proprietà comunale. Ora noi vorremmo estendere il controllo anche ai pozzi privati, per poi acquisire dati sulla temperatura e composizione chimica dell’acqua del sottosuolo, specie la sua salinità, informazione importante per l’utilizzo agricolo del terreno. A questi dati aggiungeremo poi quelli provenienti dai pluviometri e igrometri (misuratori del livello di pioggia e dell’umidità dell’aria) che monteremo in corrispondenza dei punti del sottosuolo analizzato. Sapremo così cosa succede sopra e sotto il terreno». Mai come in questo caso sono servite le tanto criticate “convenzioni” ai professionisti. Il progetto illustrato da Ranieri ha origine proprio da una convenzione stipulata con il “Dipartimento di Scienze della terra” dell’Università La Sapienza di Roma, che ha lo scopo di controllare i fattori di rischio della sorgente di Ninfa, il principale alimento dell’acquedotto cittadino. Se qualche scettico continua a mugugnare sull’effettivo utilizzo di questi studi per un migliore assetto del territorio, una prima risposta già arriva. Sicuramente il Piano regolatore prevedrà nella zona di Latina scalo delle abitazioni di massimo tre piani, ciò perché il terreno non sarebbe in grado di sostenere palazzi più alti.
Remigio Russo
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