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Latina. La Juventus in serie A. Oggi, a Dio piacendo, l'ultimo atto del processo-farsa. Per sapere quello che tutti sapevamo già dall'inizio
E siamo arrivati alla fine. Oggi
l'ultimo atto di un processo-farsa che ha fatto
tanto ridere, ma proprio sbattendo i piedi per terra: la
prima udienza della Camera di conciliazione del Coni
Una macchina giustizialista e persecutoria che si
è messa in moto senza prove, garanzie, aizzata
dal popolino bue, e raccontata da un certo
giornalismo impiegatizio che ha avuto in Libero
una degnissima eccezione. Una macchina guidata
da tanti Soloni - dall'anima sembre giacobina, calvinista, moralmente
irreprensibile - che avevano chiara in testa
orizzonti e destini, gli stessi che ci ripeteranno
in giornata, e che hanno accettato di partecipare al circo
delle argomentazioni, alla giostra degli avvocati e della
difesa. Sì, perché per questi Dio in terra la difesa non è un diritto,
ma solo una sofistica perdita di tempo, da sopportare con pacifica
rassegnazione non dando preferibilmente l'idea di chi si sta rompendo
troppo i coglioni.
«Sono convinto della validità delle nostre argomentazioni e spero vengano accolte.
Andremo in Camera di Conciliazione con grande rispetto verso i nostri interlocutori
della Federcalcio, ma sono convinto che la Serie A con penalizzazione sia il giusto
destino per la Juventus. Non voglio nemmeno prendere in considerazione la serie B», ha intanto detto
Giovanni Cobolli Gigli. «Non ci saranno saldi di fine stagione», gli ha risposto
Guido Rossi, con la ripicca della lesa maestà.
«Crediamo nella serie A per il principio di equità», hanno poi affermato John
e Lapo Elkann.
Mauro Cascio
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