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Latina. Vengo dopo il Tiggì. Maria Corsetti (Il Territorio): «Una volta la tivvù aveva funzioni educative. Oggi invece c'è solo trash»
Nell'epoca in cui in Italia erano in pochi a parlare l'italiano, alla televisione spettò il compito di unificare lo stivale sotto un'unica lingua.
Come dimenticare la bellezza di certi sceneggiati. Così recitati, così curati, dove attori dalla voce ben impostata stavano davanti alla macchina da presa come su di un palcoscenico, scandendo - in dizione perfetta - dialoghi dall'accento impeccabile. Dalla forma forse un po' desueta, ma corretta. Si parlava l'italiano dello Zingarelli anche negli spettacoli di intrattenimento.
Lento, subdolo, e ancora non si capisce quale è stato il momento che lo ha imposto, è arrivato il cambiamento. Che non è stato, come vorrebbero alcuni, segnato dall'ingresso del turpiloquio o dall'avvento dell'uso di alcune forme dialettali. No. Lo sfregio più grande alla lingua italiana arriva da quelle specie di soap tricolori che hanno sostituito gli sceneggiati. E' lì che si è iniziato a fare uso di un italiano strascicato, parlato con una indolenza che toglie tutta la bellezza a quella che forse è l'unica lingua - a detta almeno degli stranieri - che restituisce una musicalità nell'ascolto.
Prevale questa formula così, un po' spiccia, che non si sa dove finisce il casual ed inizia lo sciatto.
Forse per questo si torna a parlare in dialetto. In televisione trionfano il napoletano, il romanesco, per non parlare del torinese del veneto e di tutte le sfumature che arrivano dalla Sicilia. Perché il dialetto non lo puoi uniformare a quei suoni informi emessi da ragazzi annoiati che ci riflettono le soap. Il dialetto vive insieme agli uomini, racconta le loro passioni, ha tonalità sue proprie con le quali trasmette molto più delle parole. Il dialetto finirà per prevalere di nuovo sulla lingua italiana? Potrebbe essere auspicabile se il fine è quello di abolire certi minimalismi espressivi che non hanno neanche la coloritura che sa dare una sana ignoranza.
Maria Corsetti
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