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Latina. La Juventus in serie A. I bianconeri continuano il braccio di ferro contro il processo-farsa di cui sono state le vittime sacrificali

Ci si è scannati per almeno 3 mesi su cose che non hanno nessuna importanza reale. La Juventus ha scelto di andare avanti e il processo-farsa di Palazzi e Rossi rischia di venirsene giù come un castello di carte che hai costruito male e in fretta. C'era una guerra di parrocchie, una parrocchia caduta in disgrazia, e le carogne che ti ritrovi sempre attorno a una grandezza caduta. C'erano intercettazioni ai limiti della legittimità, c'erano azioni che se commesse da Moggi diventavano abominio e se commesse da Moratti diventavano amabile socievolezza (ma su questo si pronuncerà il Tar già oggi), c'erano i diritti più elementari calpestati nell'ansia e nella foga di fare giustizia a tutti i costi, anche a costo di fare ingiustizie. Il male assoluto è questo assurdo giuridico come la responsabilità oggettiva, cioè Moggi commette (ed è ancora da vedere), la Juve e i tifosi (e gli azionisti) pagano. Ancora dimenticando il nocciolo fodamentale della questione (non è provato che la Juventus abbia fatto alcuna combine), il signor Rossi dice che si iscrive ad un circolo deve rispettarne le regole. Dimentica una cosa però. Iscriversi a un circolo può anche voler dire investire, ci sono imprenditori che dipendono professionalmente da quella attività. Io da un circolo posso alzarmi, andarmene, sbattere la porta persino, senza che la mia vita ne risenta. Nel calcio significa chiudere attività commerciali tra le più importanti d'Italia. La richiesta che la giustizia sportiva si adegui alle leggi di tutti (sbaglia chi paga) non sembra così peregrina. E la Juventus fa bene a continuare il suo braccio di ferro. Fino all'ultimo. Senza compromessi.

Mauro Cascio


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