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Latina. Qui Il Territorio. Calcio, addio. Le beghe personali, la conflittualità politica, il disinteresse degli imprenditori hanno portato alla fine

Le tante beghe personali, i litigi, la conflittualità permanente tra dirigenza e classe politica locale, il disinteresse totale dell’imprenditoria, hanno portato alla fine del glorioso calcio nerazzurro. Una vicenda squallida, una squadra che si poteva salvare solo con un poco di intelligenza e buona volontà è già nel dimenticatoio. Una brutta pagina per Latina, città rimasta di ghiaccio. Hanno sbagliato tutti, da Sciarretta a tutti i leader di partito, dai tecnici ai giocatori, sino a industriali, commercianti, artigiani, (presunti) manager e faccendieri. Un flop incredibile, impensabile, una pagina vergognosa, segno di arretratezza ed inefficienza, poco senso di appartenenza da parte di molti bravi solo a parlare senza competenza in materia. Latina è colma di gente brava a fare calcio, a vincere i campionati. Perché non sono mai stati chiamati nel club di piazzale Prampolini? Si è sempre (volutamente) cercata la mediocrità, il compromesso, il piacere fatto al politico di turno. Sono accadute cose impensabili al giorno d’oggi, frutto di poca programmazione, nessuna professionalità, ogni cosa è sempre stata realizzata all’ultimo momento.Così hanno sfasciato il calcio nerazzurro, una storia meravigliosa, una bandiera per la città. Vanno salvati solo gli appassionati tifosi che per anni hanno creduto in un vessillo. Quasi sempre, chi segue lo sport non ha sufficiente consapevolezza di questo aspetto e, di conseguenza, non è portato a riflettervi. Lo sport concorre alla formazione di una personalità che pone le basi per un'apertura a valori più alti quali la cultura, la partecipazione sociale e la ricerca di significati che vanno oltre gli aspetti materiali e quotidiani della vita. Latina ha compiuto un passo indietro, segno dei tempi, di una città spesso abulica, un quasi dormitorio alle porte di Roma. Adesso si ricomincia da zero. Obiettivo principale sarà ora cercare di far assumere ai nuovi dirigenti, allenatori e accompagnatori, una maggiore consapevolezza del proprio ruolo ed impegno in favore dei ragazzi e degli adolescenti della società. Si può pensare a Latina, con uno stadio da ottomila posti, come centro per valorizzare l'evento sportivo, pensiamo ad amichevoli di lusso, tornei internazionali, meeting giovanili, stage, raduni, clinic. In questo contesto dovrebbe essere ricco il dibattito e lo scambio di esperienze. Latina soffre. Saper soffrire in certi momenti è necessario, in quanto l'esperienza ci insegna che, solitamente, la sofferenza non dura per sempre, ma è una componente della vita che si alterna ad altri momenti più gradevoli. Soffrire vuol dire anche essere disposti ad affrontare con impegno un cambiamento triste come quello che porta dalla serie C2 alla terza categoria. Saper soffrire in campo sportivo aiuta anche a riscoprire il gusto della conquista delle cose, di quanto sapore in più abbia aver raggiunto un obiettivo grazie all'impegno profuso ed alle forze dispiegate. Lo sport è un elemento importante per la costruzione di una città, educa al valore della fatica e della sofferenza in vista di uno scopo: la vittoria che manca ormai da anni. Negli ultimi tempi il calcio di Latina ha conosciuto solo sconfitte.

Paolo Iannuccelli


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