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Latina. Ieri le miniere, oggi i call center. Per i comunisti chi ha un'impresa deve essere punito, non aiutato. L'allarme dei Riformatori Liberali
«La decisione - che il Sole 24 ore definisce muscolare ed ideologizzata - dell’Ispettorato
del Lavoro di Roma di trasformare d’ufficio 3200 lavoratori a progetto della maggiore
società italiana di call center (Atesia) in dipendenti a tempo indeterminato -
pur se in violazione della circolare del ministro Damiano sul lavoro a progetto -
è frutto di una interpretazione ideologica e restrittiva della legge Biagi,
conseguente al clima di ostilità nei confronti delle imprese, del mercato e
della flessibilità del lavoro che aleggia in tante componenti della maggioranza,
che ancora considerano l’attività d’impresa come un fenomeno da controllare e
regolare con logica punitiva, piuttosto che come una risorsa da favorire».
L'allarme lo lanciano i Riformatori Liberali.
«L’ordine di servizio lo aveva dato il mese scorso Fausto Bertinotti quando,
commemorando le vittime di Marcinelle, senza alcun senso della misura o del ridicolo,
aveva commentato: "Ieri le miniere, oggi i call center".
A Bertinotti, ai sindacati e a tutti quanti plaudono questa decisione e si apprestano
ad andare all’assalto della legge Biagi, dobbiam ricordare che questo tipo di politiche
hanno come unico obiettivo quello di spaventare gli imprenditori, disincentivare gli
investimenti italiani ed esteri, spingere al lavoro nero e bloccare la crescita
dell’occupazione regolare cui abbiamo assistito negli ultimi anni».
Mauro Cascio
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