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Latina. Qui Il Territorio. La villeggiatura e Suso provincia di Francoforte. Quando non era ancora nata la Compagnia dei Lepini
L'estate si annunciava verso la prima metà di giugno con l'arrivo di zia che rientrava da Roma, stazionava a Sezze un paio di giorni poi ci portava a villeggiare. Le mete erano esotiche: Terracina, Tarquinia, San Felice. Stessi vicini, stessa gente e si tirava avanti fino a settembre. Tutte femmine, zie, nonne, amiche delle zie. Gli uomini si facevano vedere intorno a ferragosto e dormivano tanto.
Capitava, talvolta di saltare l'anno, per impegni sopravvenuti o per viaggi eccezionali: zia doveva andare in America, o in qualche posto esotico di cui si conservava memoria per sempre. Per anni ho giocato con un galletto nero con la criniera colorata di vetro che era la prova, vivente, di una visita in Portogallo.
Quando restavo a Sezze l'estate aveva un altro annuncio. Intorno alla fine di giugno arrivavano auto molto differenti da quelle che “frequentavo” durante l'anno. Arrivavano le volskwagen con bimbi biondi, sempre con occhi sgranatissimi, affascinati da tutto e ragazze che stavano sempre a gruppi. Perchè per un accidenti tragico della storia i tedeschi che erano stati qui per “occupare” l’Italia, per fermare gli alleati si erano innamorati di Suso.
A Suso la mia gente ci teneva lo scinti', una elegante casetta (o baracca) di legno, che d'estate ospitava le famiglie del paese in cerca di fresco, di silenzio. Ma erano “precarie”, perchè a Suso per noi non si poteva vivere, qualche giorno al fresco poi dovevi tornare a casa.
I tedeschi che nel 44 erano andati via, già nel 46 erano tornati con l'intenzione di “vivere” a Suso.
Per loro stare qui era come andare in un paese esotico, alle Seychelles, nei mari del sud. I tedeschi costruirono case di mattoni al posto dei nostri scinti', costruivano e facevano venire altri tedeschi.
Quando andavano al mare a Rio Martino le macchine con la “D” erano talvolta piu' numerose di quelle italiane. Gli amici teutonici diventavano così rossi al sole che quel colore divenne l'unico paragone possibile per me quando vidi per la prima volta le aragoste e credo che il sole facesse sulla loro pelle lo stesso effetto dell'olio sui crostacei.
Sezze diventava internazionale, le signore tedesche avevano passioni che erano già industriali: i cani da compagnia, il piacere della pittura, il piacere di suonare il piano e della conversazione. La sera uscivano, frequentavano gli spettacoli teatrali. E Sezze dell'estate all'anfiteatro aveva una stagione teatrale che, talvolta, faceva invidia a quella di Roma (a Latina il teatro neanche c'era, e non c'erano neanche i tedeschi).
Come al solito quelli dei Colli di Suso capirono tutto e diventarono costruttori di case dei tedeschi, ristoratori dei tedeschi, amici dei tedeschi. Santuccio Perciballe era già “europeo” quando per andare a Roma ci volevano tre ore di corriera, quando la televisione al massimo faceva i polpacci delle dive
E i Colli di Suso erano più internazionali di Viareggio, di Alassio. Tenevano testa a Terracina. Sezze internazionale, e la Compagnia dei Lepini con le ciammellette ancora non c'era, e poi arrivavano le ragazze del tennis, arrivavano da tutto il mondo. Belle, sane, solari disponibili, eleganti, audaci. A pensarci ora forse ci guardavano come le nostre oggi guardano i ragazzi di Cuba o di Guadalupe. Eravamo esotici. Ci illudevamo di stare nel posto piu' bello del mondo, di essere i piu' belli del mondo.
Poi? I tedeschi cominciarono a vendere le case, a Suso le case cominciarono ad essere tante, noi cominciammo a vivere come i tedeschi: auto, viaggi esotici. Il teatro all'Anfiteatro fu sostituito da viaggi esotici, cominciammo a comperare Golf al posto delle seicento, non arrivò mai la Bussola, non avemmo il coraggio di fare come Taormina e i tedeschi come erano venuti se ne sono andati.
Zia da Roma non viene più', prendo l'aereo come nonna prendeva la corriera che faceva i castelli romani e si fermava a San Giovanni. Cominciammo ad andar via
Una volta andai in vacanza in una valle sperduta dell'alto Adige, da allora e sono passati tanti anni l'albergatore, a Natale, mi manda una cartolina “Auguri da Brunico”.
Chissà se noi di Sezze abbiamo mai mandato una cartolina ai tedeschi di Suso ora che non vengono più da noi: “auguri da Suso il posto che voi avete regalato al mondo e grazie”.
Ma la Compagnia dei Lepini, il Comune, la comunità montana passato il Brivolco stanno persi.
Lidano Grassucci
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