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Latina. Alla Tavola di Diciannove. Roberto Campagna: «È una operazione socio-antropologica; parliamo di storia, cibi, cultura»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Roberto Campagna, giornalista e scrittore.
La tua ultima opera è "Alla Tavola di Diciannove", un modo per riscoprire
le tradizioni culinarie di Bassiano e dei Monti Lepini.
«Sì, arriviamo anche ad Artena. È una operazione socio-antropologica,
parliamo di storia, parliamo di cultura, e vogliamo soprattutto scuotere questo
territorio; la scommessa, la sfida, deve partire dalle località. È quanto richiede
il processo irreversibile del mercato globalizzato. Le sfide ormai si vincono così:
dallo sviluppo locale. I processi devono essere attivati oggi dai piccoli centri.
E noi vogliamo andare in questo senso, parlando di cibo». Ma questo Diciannove,
chi era? «Diciannove era un brigante di questo territorio. Nato a Carpineto,
cresciuto a Bassiano, fucilato a Sezze. È passato alla storia come il primo
amnistiato, il primo pentito del brigantaggio italiano. Ed un po' mi ci riconosco.
E nella tombola lepina diciannove sta per ubriacone. E a questo Diciannove
piaceva mangiare e bere».
Andrea Apruzzese
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