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Latina. Qui Il Territorio. La sinistra riformista e l'isterismo pontino. Alessia Tomasini: «Sono mostri senza testa ma con tante poltrone»
Il sindaco di Roma Walter Veltroni sulle pagine de La Repubblica ha invitato i partiti della sinistra ad evolvere in un partito post socialista, “una forza nuova con un programma riformista ma non moderato, superando le divisioni e scegliendo quel libero scambio di idee che per Giddens è condizione indispensabile per ogni innovazione politica”. Per il centro sinistra pontino, formato da una folta foresta di alberelli e fiorellini, sembra essere un passaggio difficile da compiere. Veltroni, forse uno dei pochi politici illuminati di una sinistra stanca e appassita, parla di idee e in terra pontina ce ne sono davvero poche. Le elezioni amministrative a Latina si svolgeranno tra meno di otto mesi. I campioni dell’opposizione che fanno? Riportano in primo piano uno strumento democratico, le primarie. Ma non ci sono candidati, non c’è unità, non c’è capacità di stare tra le persone. In questa provincia la sinistra è la contraddizione in termini di un passato da cui si deve prendere le mosse e la negazione di un futuro che deve passare per la capacità di scegliere fuori e dentro i partiti. Il riformismo ha influenzato l'evoluzione del movimento socialdemocratico e socialista di cui ha rappresentato la corrente più moderata. I suoi sostenitori ritenevano possibile una collaborazione tra proletari e borghesia per consentire un cambiamento delle condizioni di vita dei ceti disagiati e degli operai. Fra gli esponenti di spicco del riformismo italiano del primo novecento c’erano Carlo Rosselli e Filippo Turati. Dopo il ’94, dopo la frattura tra comunisti e socialisti, la riconciliazione politica non c’è mai stata. La fuga ha portato alla nascita dei Democratici di sinistra e della Margherita che oggi sono mostri senza testa ma con tante poltrone. Veltroni parla di riformismo ma quello che resta a Latina è solo il realismo isterico caratterizzato da lunghezza cronica nelle scelte, nell’emergere di personaggi maniacali che si dilettano in facili digressioni e comunicati stampa su argomenti secondari o marginali rispetto alla quotidianità. Come si fa ad essere riformisti se non si è contemporanei? “La sinistra cambiò perché era cambiato il mondo – continua Veltroni - perché si erano profondamente modificate le condizioni economiche e sociali. L'industrializzazione di massa, la fatica e lo sfruttamento di milioni di persone, la spinsero a cercare nuove teorie, a porsi nuovi obiettivi - dai diritti civili e politici a quelli sociali, "materiali", per restare nel campo del riformismo - e a dar vita a nuove organizzazioni”. La sinistra pontina non ha vissuto o forse non conosce neanche questi passaggi. Non conosce la storia e non sa o non riesce a spiegarla nella sua evoluzione. Basta guardarsi intorno e si vede solo il modello dello struzzo. I Lazzaro e gli altri non sanno neanche spiegare quali sono i loro obiettivi, se hanno un programma da contrapporre al sindaco Zaccheo, non sanno stare tra le persone ed accettare le sfide. Forse le primarie sono lo strumento migliore ma solo per decidere, e magari comunicare, che il candidato della sinistra al Comune di Latina sarà Vincenzo Zaccheo.
Alessia Tomasini
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