Venerdì 02/05/2025 
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Latina. Qui Il Territorio. La squadra di pallanuoto giocherà ad Anzio, la piscina tanto per cambiare ancora non c'è. Malgrado le promesse

Andiamo in via dei Mille. Da qualche giorno la ditta Vona di Frosinone, attraverso un progetto di finanza con l’Ambranuoto, avrebbe dovuto cominciare i lavori per la costruzione della tanto attesa e mai arrivata piscina scoperta comunale. Nulla, proprio nulla. Il solito deserto, le solite lungaggini burocratiche, le solite promesse non mantenute dagli ammistratori comunali. La Latina Pallanuoto giocherà per l’ennesima stagione sportiva il campionato di serie A2 ad Anzio, città ospitale e bene organizzata. Il problema è serio, non tutti i giocatori accettano situazioni logistiche disagiate, una vita da pendolari, tra panini e pullman, rientri in città a notte fonda. La società continua girovagare da una piscina all’altra per allenarsi in cerca di acqua, come si dice in gergo, ma la cosa per quanto potrà continuare? Pensiamo alle sette piscine regolamentari di Catania, alle quattro di Savona, a Napoli, a Recco, Pescara, Cosenza .Un esempio, l’ennesimo, di come vanno le cose nel capoluogo pontino di oggi. Per i latinensi, che sempre si riguardano allo specchio, è sempre stato difficile osservarsi come comunità e scriverne una storia, solo lo sport ha rappresentato una fortissima forma di aggregazione sociale. L'urbanizzazione della città è poi significativa di come si siano svolti alcuni fatti, così come sembra suggerire che una comunità cittadina in realtà non esista. Si nota per esempio, anche dando solo un'occhiata sommaria alla dislocazione dei quartieri e alle attività svolte dagli abitanti che, quello che potrebbe essere definito il nucleo più antico di cittadini è stato, ed è tuttora, in via di marginalizzazione territoriale. Diamo uno sguardo a quei quartieri (q4) in cui vivono molte migliaia di persone che la ristrutturazione del centro, diventato cittadella universitaria, ha via via confinato all'esterno. Scopriamo un mondo difficile. Le concause sono svariate ma tra le principali si possono elencare il rincaro progressivo delle locazioni e la deportazione del centro storico verso la periferia Così, mentre la parte storica della città veniva (e viene oggi ancor di più) invasa da grandi e piccole catene di negozi provenienti da fuori, la fetta più grossa della popolazione è stata ammassata in edifici (vedi gli orrendi Stecconi) costruiti con il materiale più infimo, privi di qualsiasi tipo di servizio (le scuole sono recenti, gli uffici postali non esistono, i campi sportivi sono solo due, c’è una palestra scolastica, nessuna piscina), lontani ma pur sempre dipendenti dal centro, sede di ogni ufficio e attività. Questa forzosa dipendenza altra conseguenza non poteva avere che la richiesta istituzionalizzata del favore, il rafforzamento del clientelismo. Le istituzioni, com'è ancora visibile, non hanno mai avuto alcun interesse nell'affrontare la decadenza civile e culturale inasprita dalla disoccupazione, ne hanno invece fatto una risorsa imprenditoriale (il lavoro nero è diffuso a Latina) ed elettorale (senza "amicizia" non si lavora neanche in nero). Una partita più grossa si gioca invece lungo il litorale in cui si sono già spesi milioni per la costruzione di opere inutili e dove non si sa quanto far pagare per il resto, che sarà costituito secondo i progetti di "esperti" e consulenti da discoteche sul mare, alberghi e quant'altro imponga la necessità del mercato. Dato che a gestire questo processo di trasformazione sono gli stessi che hanno affondato Latina nel passato – tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale - si può essere ragionevolmente certi che si continuerà a lavorare per favoritismi, in una città che avrà ancora più problemi. Intanto, la Latina Pallanuoto attende. I dirigenti cercano sponsor, contributi, ma chi ti aiuta se non giochi mai in casa? Non è possibile vendere spazi pubblicitari, organizzare del merchandising, far pagare il biglietto d’ingresso, tutte cose che portano contante nelle casse dei club. Una frettolosa analisi sulla Latina di oggi crediamo aiuti a comprendere il perché non si fa nulla per aiutare la seconda società sportiva della città per importanza a livello nazionale. A Caserta, hanno costruito il Palamaggiò (ottomila posti) in sei mesi quasi vent’anni fa, qui per realizzare una vasca scoperta di 33 metri ci vogliono anni. Una cosa assurda.E’ ora di mettersi al lavoro e pensare anche agli impianti sportivi che rappresentano una vera risorsa, specialmente in vista di un possibile sviluppo dell’università e del turismo.

Paolo Iannuccelli


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