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Latina. Qui Il Territorio. L'ultima tentazione di Guercio. Spariscono le panchine dei giardinetti di via Cairoli. Lui promette: «Ve le restituirò»

Il sindaco di Treviso, Gentilini, fece togliere le panchine pubbliche per non far star “comodi” gli immigrati. Perchè loro, gli immigrati, amano molto le sedute pubbliche. Ma, si dirà, Gentilini è un reazionario, amante del verbo iperlocalista della Lega, è poco colto. Nella vicina Padova una giunta di Centrosinistra per evitare contaminazioni intorno ad un quartiere dove vivevano quasi solo immigrati ci ha costruito un muro. Il mito progressista, lo spagnolo Zapatero, in quel de Ceuta e Melilla agli immigrati fa sparare qualche colpo di fucile, per far capire l'aria. Immaginate se avesse usato la stessa cortesia un governo con dentro Maroni, con a capo Berlusconi. Ma si sa le pallottole progressiste uccidono di meno. In questo clima anche noi pontini ora entriamo in gioco e lo facciamo alla grande. In via Don Morosini nei giardini pubblici di panchine gli immigrati avevano fatto letto matrimoniale e le signore e i signori italiane erano state attaccate dai funghi che pare “crescessero” da quelle parti. Un signore di una eleganza di altri tempi in Tv racconta: “mi sono preso i funghi vicino alla natura”. Quindi? L'assessore alla qualità urbana ha studiato il modello Treviso, ha visto come affrontavano le cose i padovani ed un po' è invidioso di Zapatero che a 40 anni governa la Spagna e lui solo le rotonde. Guercio ha poi letto della giustizia amministrata da Salomone ed è passato all'azione: il male sta nelle panchine, sono come Sodoma e Gomorra, vanno eliminate. Detto fatto ora debbono rimanere tutti in piedi: gli immigrati stanno scomodi, gli italiani pure ma almeno, questi ultimi, non diventano fungaie ambulanti e la natura è salva. Da un male scaturiscono due beni. Noi suggeriamo a Guercio di passare alla seconda fase: mettere chiodi a tre punte nelle aiuole, perchè Latina è la città del Viagra, nessuno può star fermo. Intenti razzisti: no, intenti futuristi, anziani ed immigrati mal si addicono alla città del novecento. Personalmente organizzerei anche una rotonda con dedica alla scomparsa della panchina. Bravo Guercio, del resto noi siamo figli della generazione che è cresciuta con Ercolino sempreinpiedi. Le panchine sono cose da fessi.

Lidano Grassucci


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