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Segni. Riapre il Museo Archeologico. Piero Cascioli e Francesco Maria Ciffarelli: «Nuovi spazi espositivi e tantissime nuove iniziative»

Davanti le telecamere di ParvapoliS con l'assessore alla Cultura del Comune di Segni, Piero Cascioli e con il direttore del Museo Archeologico della città, Francesco Maria Cifarelli. Ospitato nella prestigiosa sede del duecentesco Palazzo Comunale, affacciato sulla piazza principale del centro storico, il Museo sarà riaperto in un nuovo allestimento, dopo un anno di restauri. L'inaugurazione avverrà sabato 16 settembre alle ore 18.00 nella sala Pio XI della Cattedrale di Santa Maria Assunta. Assessore, nell'ambito delle attività culturali della città, come si inquadra la riapertura del museo dopo un anno di restauri? «È una riapertura che si è resa necessaria dopo l'ampliamento del museo stesso, che prevede nuovi spazi espositivi, uno dedicato all'antica Signia, la Segni Romana, e l'altro alla Segni medievale. Tutto deriva dal fatto che sono stati acquisiti nuovi reperti archeologici, frutto dell'intensa attività di ricerca degli operatori museali, ma anche di donazioni di privati cittadini». Direttore, quali sono i reperti più preziosi e significativi? «Il reperto più prezioso di tutti è la stessa città di Segni. Il Museo nasce come punto di informazione per la visita della città, che conserva importantissimi segni della città romana, spiegati singolarmente come nuclei urbanistici nei percorsi di visita. Questo era già il primo nucleo del museo, cui ora si è aggiunto qualcosa di più, relativo alla fascia immediatamente intorno alla città antica, e al suo territorio, frutto delle ricerche condotte dal museo. Nella zona esterna del territorio si segnalano importanti gruppi scultorei, rinvenuti da privati e subito recuperati al museo, grazie anche alla Soprintendenza Archeologica del Lazio, provenienti da un santuario dedicato ad Ercole. Dal territorio, che è stato oggetto di ricerca e di studio da parte del museo in questi anni, vengono importanti materiali legati alle produzioni antiche, ad esempio quelle laterizie. Nelle due sezioni finali poi, vi sono due complessi archeologici scavati dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio durante la realizzazione della Tav, musealizzati a Segni anche grazie ad un accordo con la società stessa. Un altro filone di ricerca ha portato all'allestimento del "museo nel museo", il museo della città medievale che ricalca il percorso fatto attraverso la città antica visitando questa volta gli spazi pubblici, i monumenti, le case private della città medievale, anche questi frutto di ricerca di una delle nostre prime laureate, che oggi è conservatore al Museo di Segni, Federica Colaiacono». Assessore, come si inquadrerà il museo per lo sviluppo del turismo culturale di Segni? «Il museo assume un ruolo fondamentale per una città che ha una vocazione turistica e che vuole scommettere per la sua crescita sullo sviluppo turistico. È un tassello importante, che farà da volano e trampolino di lancio per un'offerta turistico culturale che vuole essere legata al territorio».

Andrea Apruzzese

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