Venerdì 02/05/2025 | |
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Parvapolis >> Sport Latina. Respinto il ricorso al Tar dei Nerazzurri. Nulle o quasi le speranze dal Consiglio di Stato. Elogio della (buona) razza padrona... Non è stato un dramma. L’esclusione del Latina Calcio dai campionati federali è stata accolta con un certo disinteresse in città. Solo una frangia della tifoseria, quella più legata ai colori nerazzurri, è rimasta attonita, incredula, protestando in diverse sedi. Latina indifferente, solo frasi del tipo “peccato, finisce un’epoca”, oppure: “possibile, una città di centomila abitanti non ha una squadra di calcio?”. Qualcuno si è buttato sui ricordi, altri sono fiduciosi nella sentenza del Tar ma la maggior parte dei cittadini ha ignorato completamente la vicenda. Perché il calcio non esiste più a Latina? Spiegarlo è difficile, i passaggi sono tanti, lenti, lunghi e talvolta inesorabili. Le parole crude non le ha espresse nessuno, subentra un certo senso di appartenenza nel dire o scrivere certe cose, possibili verità, formulare ipotesi, analizzare i momenti storici. Lasciamo stare Sciarretta e Zaccheo, i principali bersagli di questi giorni. La crisi arriva da lontano, dalla fine degli anni 80, quando Egidio Gino Palumbo, uomo in gamba, ha lasciato la presidenza del club nerazzurro. Da allora tanti guai, pochi risultati positivi, programmazione inesistente. Latina, lo sport in particolare, si è sempre retto sull’apporto di una certa classe borghese che adesso non esiste più. Razza padrona ma razza generosa. Imprenditori spesso “self made man” pieni di iniziative, completamente coinvolti nella città , nel sociale. Professionisti sempre pronti alla presenza in piazzale Prampolini, impiegati ed operai in fila per fare l’abbonamento, i bambini del Nagc facevano da raccattapalle dietro le porte. Una borghesia illuminata e produttiva legata alla città in modo viscerale. Qualcuno dei dirigenti del Latina ripeteva spesso: “Ricevo tanto da questa centro, voglio offrire qualcosa in cambio”. Quel qualcosa era un cospicuo contributo al Latina Calcio. Adesso la borghesia produttiva ed illuminata - frase che piaceva tanto ad Eugenio Scalfari agli albori di “Repubblica” – non esiste più nel capoluogo pontino, siamo in mano a molti opportunisti, faccendieri, palazzinari che deturpano l’ambiente, i “bravi” sono spariti. Molti li troviamo in altre città italiane dove hanno fatto una fortuna ancora più grande. E il calcio nerazzurro senza questi uomini perbene, pieni di sensibilità ed attivismo, non c’è più. Viva il Latina.
Paolo Iannuccelli |
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