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Latina. Ex Orsal, chi ha fatto l'affare? Giorgio De Marchis: «Vorrei ricordare che gli Enti pubblici devono risparmiare i soldi dei cittadini»

«L’Avvocatura del Comune ha speso fiumi di parole per spiegare che quello dell’ex Orsal per il Comune è un affare, il valore reale del bene sarebbe di molto superiore a quanto il Comune dovrà pagare a titolo di risarcimento per l’occupazione». Commenta Giorgio De Marchis, consigliere comunale dei Democratici di Sinistra: «Sicuramente di affare si tratta, ci voleva poco per accorgersene. Tuttavia, convince poco il fatto che l’affare lo faccia il Comune. Di certo, questa operazione sarà un vero affare per la Lepanto srl che ha rilevato il credito e una parte del terreno pagandoli € 750.000 (l’ultima rata dovrà essere pagata nel novembre prossimo) ed incasserà € 1.700.000, realizzando una plusvalenza di € 1.000.000,00. Ma i vantaggi della Lepanto non finiscono qui. Potendo disporre di un atto di vendita di una porzione di terreno, la Lepanto potrebbe usare lo stesso in una eventuale causa contro il Comune. Sempre la Lepanto incassa un altro punto, infatti, l’Avvocatura del Comune afferma in un comunicato che il secondo lotto dell’area ex-Orsal svilupperebbe cubatura residenziale. Gli avvocati del Comune fanno uno scivolone senza precedenti non ricordando che la Lepanto ha acquistato dal Consorzio di Bonifica quell’area come verde pubblico, e tale destinazione risulta da dichiarazione autentica del Settore Urbanistica del Comune. Si insinua un dubbio. Perché il Settore Urbanistica rilascia un certificato alla Lepanto affermando che quel terreno è verde pubblico e l’Avvocatura comunale, successivamente, afferma che su quel lotto c’è volumetria residenziale? Se gli affari della Lepanto sono chiari, non si comprendono quali sarebbero i vantaggi per il Comune. In primo luogo la stessa parola “affare” non dovrebbe mai essere associata all’attività di un Ente pubblico che ha finalità diverse dagli affari da perseguire. Non si capisce perché il Comune concluda un affare quando poteva tranquillamente presentare ricorso in appello producendo l’atto di compravendita tra il Consorzio di Bonifica e la Lepanto che avrebbe consentito all’Amministrazione Comunale di pagare soltanto per il lotto occupato, ovvero meno della metà di quanto dovrà pagare. Si è preferito invece non presentare appello per inseguire un affare. L’affare vero il Comune lo avrebbe fatto se avesse pagato il terreno come lo ha pagato la Lepanto, ovvero € 750.000. Vorrei ricordare ai legali del Comune, al Sindaco e a tutto il centro destra che i veri affari per gli Enti Pubblici consistono nel risparmiare i denari dei cittadini e non nello sperpero dei fondi pubblici. Allarma ed inquieta il tono trionfalistico dell’Avvocatura, qualcuno dovrebbe ricordare agli Avvocati del Comune, che l’entità del debito dell’Ente di Piazza del Popolo è allarmante e che per pagare questo ulteriore debito dovrà essere acceso un mutuo che andrà ad incidere negativamente sul Patto di Stabilità. Occorre ricordare che lo sforamento del Patto di Stabilità non ha consentito negli ultimi anni di assumere nuovo personale, come le maestre di asilo e di non rinnovare le convenzioni. Eppure gli avvocati del Comune, alcuni dei quali convenzionati, dovrebbero conoscere bene questi passaggi. Per questo non accettiamo questo falso trionfalismo e lo troviamo del tutto fuori luogo. Occorre bloccare la politica di Zaccheo che sta trasformando l’Amministrazione Comunale in un’Agenzia Immobiliare. Ex ICOS, Orsal e tante altre vicende, milioni di debiti che si accumulano in assenza di una strategia. Tutto questo ed altro lo chiederemo lunedì in Consiglio Comunale, quando inchioderemo alle loro responsabilità politiche i fautori di questa assurdità che si chiama ex Orsal.

Elisabetta Rizzo


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