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Latina. Solidarietà alla Chiesa Cattolica. Mai in tanti anni di onesto anticlericalismo militante avremmo immaginato di doverlo scrivere

Porca miseria, essere anticlericale di questi tempi è veramente dura. Più che essere della Juventus. Qui ti viene voglia di appendere tutto al chiodo e di andarti a prendere la comunione. Uno può sopportare di tutto, ma questa guerra quasi dichiarata dell'Islam all'Occidente cristiano è roba da farti portare la croce al collo. È uno scontro tra civiltà, si dice in modo politicamente corretto. No. È uno scontro tra la nostra civiltà, con tutti i suoi errori, con tutto il suo cristianesimo, con tutte le sue ferite ed una cultura arretrata, superata da tempo dalla storia e dal buon senso. Perché è bene chiarire le proprie posizioni laiche, in polemiche di questo genere e di questa portata. Il cristianesimo, persino la chiesa cattolica più deleteria, in confronto all'Islam è la punta di diamante dell'evoluzione, è illuministica, è moderna, è tollerante. In confronto alle manifestazioni di piazza in Iran e altrove mia suocera è un Nobel, l'Osservatore Romano roba da Pulitzer. Essere anticlericale vuol dire sognare una religiosità di ragione, autenticamente "cattolica" nel senso di condivisa. Il cattolicesimo si è spesso allontanato da questa impostazione deista e illuministica e ha spesso dato prova della regressione peggiore. Ma essere anticlericale impone anche di riconoscere che questo Islam è un cattolicesimo al cubo, che quelle culture lì, sono culture di ignoranza, superstizione (e fin qui non c'è tanta differenza con Secondigliano), ma anche culture di intolleranza, sangue, terrore, morte. Non credo che Ratzinger debba prendere lezioni da quel presidente iraniano dal cognome impronunciabile, che non so nemmeno come si scrive e che non scrivo perché mi scoccia alzarmi e andare a consultare Google. Quello che sembra Roberto Vecchioni, ma è più strabico e scuro e veste peggio di me. Credo nella cultura della Tolleranza, nel rispetto reciproco, nel confronto tra esperienze, credi, fedi; mi farebbe persino senso immaginare una classifica delle fedi più belle, più sacre, più pure. Ma onestà intellettuale impone, a queste condizioni, di specificare, di distinguere, di non confondere le specifiche religiose in un unico, indistinto, ammasso, in cui Tommaso e Agostino valgono la Jihad. Il buon Ratzinger è un eccellente teologo ed un pessimo comunicatore, esattamente il contrario del papa polacco. Si sarà pure espresso imprudentemente, o avrà pure usato una citazione sbagliata. Non è questo che a noi, laici e volteriani, e comunque cittadini delle democrazie liberali importa. Ciò che importa è che la risposta del mondo musulmano, fondamentalista, moderato e persino democratico, è stata l’immediato metter mano alla spada, diplomatica o terroristica che fosse. Ciò che deve terribilmente preoccuparci è che oggi non è più permesso a nessuno (né a Theo Van Gogh, né a Oriana Fallaci, né agli intellettuali musulmani laici e liberali) esprimere un dubbio sulla lettura che di sé dà chi si ritiene interprete della civiltà islamica nel suo complesso, al di là delle letture spesso contrapposte che ne vengono offerte. La replica alle opinioni controverse non è mai nei termini di uno scontro polemico che si mantiene sul terreno della ragione, ma si arma di indignazione, offesa, intimidazione e minaccia. Sembra non esserci altro riflesso che la repressione e la censura.
Non ci sono allora alternative ad una onesta scelta di campo, ad una incondizionata solidarietà al Vaticano. Che per una volta esprime davvero i valori dell'Occidente contro un mondo che è rimasto incastrato al Medioevo, che ha in disprezzo i diritti della persona, che parla di Allah ed ignora i valori più elementari, che ha vinto sempre le crociate ma perdendo clamorosamente la partita più importante, quella del divenire dello Spirito che ha fatto sì che in quelle geografie non soffiasse più il vento del progresso, il vento dell'uomo, il vento della libertà. Sono con la chiesa di Roma, dicevo. Per la prima volta in tanti anni di onesto servizio al laicismo anche più estremo. Oggi pure il sindaco Zaccheo esprime solidarietà a Petrocchi ed esprime la "piena disponibilità ad appoggiare qualsiasi iniziativa che vada nel segno del dialogo, del confronto". Il diritto alla libertà di religione è la madre di ogni libertà, balbetta incredibilmente Ruini rubando parole che dovrebbero essere mie. E Zaccheo sogna "un dialogo sereno e rispettatoso tra il patrimonio cristiano e il patrimonio musulmano". Sogna ragazzo sogna, gli canterebbe Vecchioni l'altro, quello di Milano. Perché prima di augurarsi un dialogo bisogna vedere se entrambe le parti abbiano davvero voglia di dialogare.

Mauro Cascio


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