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Latina. A questo punto io sto con Ratzinger. Maria Corsetti: «Anche noi laici dobbiamo riconoscerlo: il papa ha espresso un giudizio giusto»

È stato il tormentone di questi giorni: le parole di Benedetto XVI che hanno offeso il mondo islamico. Radio, televisioni e quotidiani hanno bombardato il mondo di questa notizia. Che, letta da occhi occidentali, lascia perplessi. In fondo, bisognerebbe avere il coraggio di ammetterlo, Ratzinger, oltre ad aver espresso un libero pensiero, ha espresso un concetto condivisibile. Poi può essere legittimo che una parte del mondo ritenga offensive queste parole, ma sarebbe il caso di ricordare che cultura differente significa anche modo diverso di esprimersi ed ogni frase ha il senso proprio di quel contesto. Basta guardare ai dialetti, spesso intraducibili in italiano e, quando tradotti, restituiscono una comunicazione scialba o esageratamente forte. A Cori le madri, quando i figli fanno i capricci, gli dicono “te pozza dà ‘ncorbo”, ma figuriamoci se desiderano che il pargolo ci rimanga secco all’istante. Quando diciamo, e ne siamo convinti tutti, che il mondo moderno esige integrazione, questo non può significare che dobbiamo per forza venire meno alla nostra cultura per rispettare le altre. Io, moderatissima cristiana, non ho mai digerito la storia del Crocefisso, che per me può anche essere abolito dalle scuole, ma non vedo perché debba venire qualcuno ad imporre di toglierlo dalle aule. La libera scelta di vivere in Italia è anche accettazione di determinate regole. Che vengono derogate quando c’è un’oggettiva conflittualità con il credo di altri. Vedi l’esonero dall’ora di religione. Ripeto: la scelta di vivere in questo paese è libera, così come è libero il papa di dire la sua. Peraltro, almeno da un punto di vista “occidentale” non c’era alcuna offesa. E, tanto per chiarirci, la storia di Occidente ed Oriente devo ancora capirla. Allora mi pare di intendere, ma probabilmente mi sbaglio, che per Occidente si intende l’Europa e l’America, l’Oriente dovrebbe essere il resto del mondo, tranne l’Australia che invece è sempre Occidente. Però mi sembra che India, Cina e Giappone, tanto per citare qualche staterello, non si sono offesi per le parole di Benedetto XVI. Non sono loro Oriente? Mi pare che il Giappone si chiamasse “L’impero del Sol Levante”. Quindi è Oriente, almeno per i cinesi. Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha affermato che “L'Islam "é la religione più bella, la migliore per l'Umanità". Ma se io ho un credo, quello per me non dovrebbe essere “il migliore”, semmai “l’unico”. E che ci mettiamo a fare come i dei dell’Olimpo? In realtà Ahmadinejad ha anche detto che è "l'unica via per la salvezza". Scusi, ma io mi salvo come meglio credo. Il presidente iraniano ha anche aggiunto che “deve essere spiegata molto bene al mondo perché nessuno possa darne un'immagine distorta". D’accordissimo. Solo che non mi sembra che la strada giusta per le spiegazioni sia questo putiferio che si è sollevato e che dà proprio ai nervi, ammettiamolo invece di stare lì a fare finta di niente e a reclamare scuse ufficiali come hanno fatto alcuni politici italiani. Per me Papa Ratzinger non doveva scusarsi proprio con nessuno. Se io dico una cosa e qualcuno non la capisce per il verso giusto il problema è di chi non capisce. Diverso è se dico qualcosa con l’intenzione proprio di offendere. Allora non vedo perché devo scusarmi: se il mio fine era l’offesa ne sopporterò le conseguenze, ma di scusarmi non vedo proprio la ragione. Ma il Papa ha anche doveri diplomatici. Ma il Papa sarà anche libero di dire quello che pensa. O torniamo ai tempi di Galileo, quando Maffeo Barberini, grande ammiratore dello scienziato, divenne Papa Urbano VIII e, per la ragion di Chiesa, abdicò al proprio libero pensiero? La Chiesa ha le sue colpe storiche, ma rivangare, come sta accadendo in questi giorni, i tempi delle Crociate, mi appare piuttosto inopportuno oltre che anacronistico. Che un gruppo di terroristi minacci di distruggere Roma e tutte le sue croci, anche se aberrante, rientra nella logica di certe persone: sono terroristi e questo fanno nella vita. Ma che Il New York Times definisca "tragiche e pericolose" le parole di Benedetto XVI e lo esorti a scusarsi mi fa incazzare ancora di più dei terroristi. Tragico e pericoloso è un giornale, autorevole ed occidentale come Il New York Times, che invece di difendere la libertà di pensiero e ricollocare quanto accaduto tutt’al più alla dimensione di malinteso tra culture, assume un atteggiamento così pavido. Allora stiamoci zitti e aboliamo, oltre all’ordine professionale, anche il mestiere di giornalista.

Maria Corsetti


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