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Latina. L'insostenibile leggerezza dell'essere radicali. Marco Pannella: «La democrazia è un problema di tecnica di convivenza». Omaggio ad Oriana

Marco Pannella ha cominciato la consueta conversazione settimanale ai microfoni di Radio Radicale partendo dal tema delle pensioni, un tema sul quale il livello della discussione "non ha soddisfatto" il leader radicale. Ed "il problema" di fondo è quello "della democrazia, o della non-democrazia, cioè della mancanza di circolazione delle idee". "A 25 anni di distanza dalla prima volta", quando il Partito Radicale cominciò ad accorgersi degli squilibri prossimi venturi dovuti anche all'evoluzione demografica del nostro paese, Pannella ha riprovato nei giorni passati a porre ancora una volta il problema, pur affermando che "all'interno della stessa area radicale non si afferra a pieno il tema che pongo, quello del diritto al lavoro pieno anche per i sessantacinquenni, i settantenni...Cioè per il 30% della popolazione italiana". Cosa c'entra la democrazia? "La democrazia è un problema di tecnica di convivenza; se di una idea si parla, si consente di incontrarla, di detestarla od appoggiarla, allora abbiamo un tessuto che sostiene la vita delle idee e delle persone stesse". Oggi questo in Italia manca. Rimane il fatto che "solo il 17% di quelli che perdono un lavoro hanno oggi in Italia la possibilità di convertirsi ad altro e ricominciare, contro il 50% della media europea. Abbiamo un welfare non vero - ha spiegato Pannella - ma che genera sofferenza ed ingiustizia...Nonostante ciò, Vespa, o Floris che gioca a fare Santoro, o chi per loro, preferiscono fare la novantesima puntata su Cogne o processi simili piuttosto che un dibattito su un tema di attualità, magari con una voce radicale in campo". Oggi si corre il rischio che, come nel '94 fece Berlusconi, prontamente redarguito da autorevoli economisti, non si inserisca nella finanziaria il tema delle pensioni. Sintomatico in un'Italia la cui politica fiscale "si fonda su due aspetti: il primo è che più del 50% delle entrate fiscali, senza che la destra si sia mai doluta di questa, è fatta della rapina compiuta sulla busta paga del lavoratore dipendente direttamente alla fonte. La paga italiana è un colabrodo, naturalmente a danno del lavoratore. Il secondo aspetto, sul quale non cesso di stupirmi, è il fatto che ci si scandalizza ancora - da perbenisti - quando ci si accorge che gli imprenditori molto spesso dichiarano meno dei loro stessi dipendenti, mentre allo stesso tempo si dipinge Visco come un vampiro. La giustificazione dell'elusione che viene da destra - ha sottolineato Pannella - non ha nulla di liberista, questo sia chiaro. Ci vorrebbe un po' più di pudore e soprattutto, nella polemica, bisogna sempre proporre un'alternativa". Le proposte radicale rimarranno semiclandestine visto che "quanto più il tema è importante, tanto più allora ne parleremo solo su Radio Radicale".
Pannella è tornato anche sui temi internazionali, sulla democratica Israele e il terrorismo palestinese che l'equivicinanza di D'Alema ha rischiato di confondere, della partecipazione europea e del primo grande Satyagraha per la Pace per Israele nell'Ue. «Urlare 'Pace! Pace! Pace!', questo è il miserere con il quale si accompagnano storicamente la guerra e le violenze mondiali". Ad alcuni giornalisti autorevoli come Foa ed Arditti, va al merito di aver ripreso alcune delle motivazioni del Satyagraha. Non tutte, visto che "nel testo dell'appello - ha precisato il leader radicale - abbiamo scritto in neretto che l'entrata di Israele nell'UE ha valore innanzitutto STRU-MEN-TA-LE, strumentale agli obiettivi del satyagraha, cioè all'inclusione e alla strutturazione del prossimo-Oriente nell'Unione Europea". 'Prossimo', traducendo letteralmente dal francese, con espressione che anche semanticamente rende meglio l'idea stessa della vicinanza, della "vicinanza all'Europa". Anche qui, come nel caso delle pensioni, Pannella constata la non-circolazione delle idee, anche se in fondo i concetti fondamentali sarebbero solo due: "quello di farla finita con questa pochezza, nobile e tragica allo stesso tempo, di uno stato - Israele - che occupa lo 0,2% del territorio prossimo-orientale e che mantiene però la sua sovranità nazionale assoluta, di fronte a decine di stati moderni europei che rinunciano invece a questa sovranità nazionale" e la questione "due popoli-due stati, perché si associa automaticamente idea di popolo a quella di stato, come se ci fosse il 'diritto ad uno stato'. Israele invece non può continuare ad essere stato nazional-nazionalista, ed il diritto del popolo palestinese è tutt'al più quello di avere un dato pubblico autonomo che gli garantisca i suoi diritti". Questo dipenderà anche dall'Europa, visto che "non si capisce perché l'eventuale avvenuta partecipazione europea di Israele non debba essere diritto della stessa Palestina". Questa sarebbe la strategia e lo strumento per "riconquistare" quelle che Pannella ed i radicali definiscono "le nostre armi di attrazione di massa". Tra le quali c'é ad esempio l'attrazione esercitata dal modello democratico americano, che "non va buttato assieme all'acqua sporca, cioè assieme alla Presidenza Bush, quasi sicuramente la peggiore della storia americana". Il Satyagraha anche come argomentazione per i federalisti europei, se non per "il movimento federalista che non c'è più".
Non solo pacifinti, forti critiche anche al partito democratico... "La Margherita non può che dare attualmente garanzie solide al Vaticano di fornire quantomeno le stesse garanzie che fornisce la destra clerico-fascita" e di fronte a questo Piero Fassino si trova come "di fronte ad un rebus". Molto meno problematica la situazione di Massimo D'Alema, che "parte da una visione molto classica per il PCI, post-togliattiana". Risultato? Il Partito Democratico sarà forse "incombente", ma "non come partito d'alternativa, con chiarezza di proposte alternative".
"Emma la conosciamo abbastanza bene per sapere che vedremo, prima che con tutti gli altri, il frutto del suo impegno", così Marco Pannella commenta le polemiche di questi giorni riguardanti il Ministro radicale per il commercio internazionale e per le politiche europee e la visita della delegazione italiana in Cina. "Ora Prodi volerà direttamente a New York per l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Non vorrei che la predilezione di Prodi di stare sul fronte internazionale sia una tentazione tipicamente democristiana di andare su altri fronti rispetto a quelli che scottano, perché su questi ultimi se la sbroglino invece i partiti e gli avversari. Sarebbe piuttosto interessante se il capo del governo si accorgesse, magari assieme a D'Alema, che una presenza in quella sede della Bonino potrebbe riproporre un quasi-miracolo avvenuto nel '94, in cui si arrivò ad un passo dalla moratoria sulle pena di morte".
Pannella ha in conclusione commentato la morte di Oriana Fallaci che, come ricorda l'archivio di Radio Radicale, pur difficilmente incanalabile per tutta la sua vita in un preciso movimento politico, in un breve periodo della sua vita sposò esplicitamente la causa del Partito Radicale. "Una persona enormemente suggestiva, di una enorme forza, anche rabbiosa. E glielo ripeto qui perché gliel'ho già detto personalmente. Delle sue interviste le rimproveravo il fatto che avevo la sensazione le sue domande non fossero quelle che gli interlocutori conoscevano. Con Oriana funziona quello che dico sempre di Benedetto Croce: l'obiettività non si crea con la pretesa di essere obiettivi, ma quando le appassionate soggettività comprendono gli anticorpi per coloro che ascoltano". Infine Pannella ha sottolineato come "l'essere atea-cristiana" di Oriana Fallaci fosse cosa "diversa da quell'essere cattolici-devoti tipico di Quagliariello o Pera".

Elisabetta Rizzo


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