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Latina. Federlazio, vedi alla voce eccellenza. Marco Picca: «Stiamo sensibilizzando le nostre aziende locali a guardare il mercato estero...»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Marco Picca, presidente di Federlazio Latina, in occasione del primo incontro della stagione (presso la sede di Latina della Procan, azienda facente parte del gruppo Carpaneto Sati e specializzata nella produzione dei sistemi di passerelle e canali portacavi in metallo): l'occasione - l'apertura dell'anno economico della Federlazio - è per fare il punto sulla situazione attuale dal punto di vista imprenditoriale nel territorio pontino. Due in particolare le parole d'ordine: internazionalizzazione e aggregazione. «L'azienda che abbiamo visitato oggi, la Procan - esordisce Picca - è una delle nostre aziende associate che ha interpretato totalmente le iniziative di Federlazio, volte al miglioramento delle imprese associate, non solo l'internazionalizzazione e l'aggregazione, che sono due fattori importanti. Questa azienda, inoltre, si è insediata in uno dei siti dismessi della provincia di Latina (qui c'era il vecchio stabilimento della Ilio, che produceva sardine in scatola, poi dismesso e rimasto chiuso per tanti anni), che la Procan ha restaurato interamente e dove ha implementato una nuova attività nel settore della metalmeccanica e nello specifico di canalizzazioni per impianti elettrici. Dal punto di vista dell'internazionalizzazione, l'azienda sta inoltre realizzando un nuovo stabilimento in Tunisia, non per delocalizzare, ma per creare una nuova iniziativa che serve prevalentemente per vendere i prodotti nel mercato del nord Africa, quindi questo stabilimento rimarrà sempre e verrà ulteriormente ampliato. È importante anche l'aggregazione: con questa azienda è entrata in società un'industria storica del Piemonte che si occupa dello stesso settore: si è quindi resa attrattiva per investimenti che provengono da fuori della nostra provincia. Lo stesso amministratore delegato ha detto di essersi meravigliato, quando è venuto nel nostro territorio, di aver trovato un'elevata professionalità, un'inventiva e delle capacità che non pensava fossero caratteristiche della nostra provincia. Questo da una parte ci inorgoglisce, dall'altra ci fa pensare che, se questa realtà non è conosciuta all'esterno della provincia, abbiamo qualche difetto di comunicazione: dobbiamo far conoscere anche la parte buona dell'economia pontina. Purtroppo, troppo spesso raccontiamo solo i fatti di cronaca relativi alle nostre aziende. È un'azienda che ha inoltre realizzato passi importanti nella certificazione di qualità, nel nuovo modo di rapportarsi con il sistema bancario, alla luce dei parametri di Basilea: è un'azienda-tipo per l'eccellenza, come tante altre ce ne sono in provincia, ma che purtroppo sono poco conosciute». I dati sono positivi anche per quanto riguarda l'export della provincia di Latina, che realizza nel 2005 la migliore performance dell'export, piazzandosi al primo posto nel Lazio per crescita rispetto al 2004. Le esportazioni pontine crescono infatti del 17%, valgono 2 milioni 962mila euro e costituiscono il 27,3% delle esportazioni regionali (Latina è seconda solo a Roma, che esporta il 48,7% delle merci dell'intera regione). Forti gli incrementi dell'export diretto verso la Romania (+74,1%), la Bulgaria (+48,9%) e la Polonia (+19,4%). In crisi invece l'export verso un mercato al centro dell'attenzione, quale quello cinese, che segna un -18,4%. Se ci riferiamo inoltre all'area del Mediterraneo, mercato molto interessante per l'Italia e in particolare per la provincia pontina, Latina ha avuto un incremento di export pari all'1,6% e, di questo, l'8,5% è stato incrementato in Tunisia. Quali sono i "plus" delle aziende pontine? «L'impresa di Latina realizza prodotti di eccellenza in tantissimi settori. Abbiamo visto nell'agro-alimentare un trend di crescita non indifferente, come l'abbiamo visto nei prodotti metalmeccanici e in tanti altri settori. Da parte delle istituzioni c'è un atteggiamento di concretizzazione delle cose dette finora, ad esempio la Camera di Commercio attraverso Seci (la nostra società per l'internazionalizzazione) sta facendo un lavoro importante per l'accompagnamento verso i mercati stranieri. Ma quello che è importante è la risposta delle nostre imprese, prima un po' diffidenti verso certi fenomeni e verso le strutture che si proponevano come aiuto; ora c'è una rispondenza maggiore. Le aziende si fidano degli organismi, iniziano ad utilizzarli, e ad ottenere risultati». Quali sono le iniziative di Federlazio più immediate? «Il 28 settembre terremo a Latina un incontro con i rappresentanti del governo tunisino con la Seci ed il consorzio R.o.m.e. che è il consorzio di Federlazio che si occupa di internazionalizzazione; seguiranno poi una serie di altre iniziative nelle quali Federlazio entra indirettamente, perché sono di Camera di Commercio, che è poi la "casa madre" di tutte le organizzazioni di categoria. Di iniziative ne abbiamo fatte tante, che guardano al futuro, ad esempio nel settore della nautica e della cantieristica navale: siamo stati a Parigi e a Cannes, in occasione di un salone internazionale per la nautica da diporto e c'erano otto imprese pontine del settore (non solo Rizzardi) che hanno avuto un successo strepitoso. Alla luce di queste cose, stiamo impostando, in quel settore, le procedure per ottenere dalla Regione Lazio il riconoscimento del distretto produttivo o sistema industriale nella nautica e nella cantieristica navale. Da tenere presente anche che a Latina c'è qualcosa che pochi conoscono, ovvero un consorzio di operatori formatosi a Formia e Gaeta, che raggruppa trenta aziende operanti nel settore della nautica, dalla costruzione agli allestimenti, al rimessaggio, alla manutenzione. Ecco il discorso dell'aggregazione (oltre a quello dell'internazionalizzazione perché il consorzio - che si chiama Consormare - è stato presente a Cannes in uno stand della Camera di Commercio), in quanto le aziende si sono rese conto che singolarmente non avevano grandi spazi; mettendosi insieme stanno ottenendo ottimi risultati, innanzitutto di interscambio di professionalità e poi di penetrazione all'esterno, perché se non sono grossi gruppi come Rizzardi (che cito sempre perché in provincia è un esempio per tutti), faticano ad avere aperture all'esterno». Esistono delle problematiche da affrontare a breve? «Se parliamo di internazionalizzazione, la principale è quella di sensibilizzare quanto più possibile le aziende locali ad aprire le proprie vedute verso i mercati stranieri. Per quanto concerne le problematiche "locali" - ma per "locali" io intendo non solo di Latina, in quanto ormai dobbiamo ragionare in termini di "sistema" - abbiamo ancora delle leggi troppo farraginose, troppo restrittive per chi vuole fare impresa in provincia di Latina e in Italia, che decisamente non dipendono dalla politica locale, ma da quella nazionale. Se non si interviene con coraggio e non si fanno scelte importanti volte alla semplificazione delle procedure, allo snellimento dell'infinità delle pratiche burocratiche esistenti in Italia, l'impresa in genere (non solo la piccola, ma anche la grande industria) fa veramente fatica a restare in questi territori e a confrontarsi con il mercato globale. Un esempio: alcuni giorni fa parlavo con un mio collega che fa impianti per il mio settore, la produzione di prefabbricati. Quando l'ho chiamato si trovava negli Usa e mi chiedeva a che punto eravamo con una certa pratica; gli ho risposto che erano necessari ancora tempi lunghi (oltre a quelli già trascorsi, quindi parliamo di mesi necessari per questo tipo di autorizzazione). Dall'altra parte, lui mi ha risposto che negli Usa, per ottenere l'autorizzazione (che poi è unica) bastano 24 ore. Noi in Italia andiamo in controtendenza: in 24 ore i nostri uffici - in forza delle leggi che abbiamo - si sbrigano a "diffidare" gli imprenditori dal fare determinate iniziative». La Procan srl, come sottolineato dall'amministratore delegato, Maurizio Boeris, e dal direttore di stabilimento, Francesco Costiglione, fa parte del gruppo Carpaneto Sati, che impiega oltre 200 dipendenti nelle sei strutture produttive per un fatturato (del gruppo) pari a 25 milioni di euro.

Andrea Apruzzese

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