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Latina. Satricum, e sai cosa perdi. Alessandro Cassatella: «Un sito archeologico tra i più importanti. Purtroppo quasi del tutto dimenticato...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Alessandro Cassatella della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio, in occasione della apertura straordinaria del sito archeologico del tempio Mater Matuta di Satricum, presso Borgo Le Ferriere, organizzata in collaborazione con l'Associazione Acropoli Satricana.
Qual è l'importanza storico-archeologica del sito?
«Satricum è una delle città più importanti dal punto di vista storico, in età arcaica, ed è una città che mantiene i contatti tra l'Etruria ed il mondo magno greco. Questa importanza è data anche dal materiale ritrovato negli scavi del 1896, che hanno portato alla scoperta di questo sito, dove è stata ritrovata una messe di materiale ora conservato presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma (tra cui una delle steli votive più grandi mai ritrovate in Italia). Questa città aveva un'estensione grandissima, di oltre quaranta ettari, e gli scavi olandesi stanno mettendo in luce il fatto che non solo l'Acropoli, ma anche le altre parti erano abitate, tant'è vero che sono state ritrovate, accanto alla Via Sacra, strutture di edifici, probabilmente abitazioni, ancora da studiare. La ricerca scientifica quindi deve essere ancora portata avanti su questo sito e gli studi olandesi hanno dato un impulso notevole alla sua conoscenza. Impulso che è nato da un punto di vista di tutela, perché a Latina, dopo alcune devastazioni che erano state compiute negli anni Settanta, si è posto un argine, dando un valore altamente scientifico a tutta la ricerca che veniva condotta in questa zona».
Lei ha parlato della necessità di approfondire ulteriormente gli studi: c'è un programma di scavi già definito?
«Si, ogni anno con l'istituto olandese viene stabilito un calendario di scavi: quelli attuali si stanno indirizzando sullo studio topografico della città e quindi sulla conoscenza non solo dell'Acropoli e del Tempio, ma anche sulle altre parti della città, che hanno restituito una necropoli volsca con oltre duecento tombe, una "via sacra" che portava sull'Acropoli, e tutta questa serie di resti di edifici di abitazioni che devono essere ancora collocati ma che comunque danno un quadro dell'estensione della città e dell'importanza che essa aveva in età arcaica e quindi dell'età in cui Roma esce dal periodo regio ed entra nella repubblica, cioé tra la fine del VI e l'inizio del V secolo».
Andrea Apruzzese
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