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Latina. Pienone al Palacultura per l'evento dell'anno. È un trionfo il Gattopardo di Luca Barbareschi. E alla vigilia non era così scontato...
Ha debuttato al Palacultura di Latina domenica scorsa ed è in scena fino a stasera ‘Il sogno del principe di Salina- l’ultimo Gattopardo’ per la regia di Andrea Battistini e l’interpretazione di Luca Barbareschi. L’allestimento è il terzo prodotto dalla Fondazione Palazzo della Cultura di Latina unitamente a Taormina Arte, Teatro Manzoni di Milano in collaborazione con ETI Ente Teatrale Italiano e con il patrocinio del Ministero degli Esteri. Al termine, il pubblico ha tributato calorosi applausi a Barbareschi ed al cast, manifestando il gradimento per l’originale messinscena del testo siciliano. Il ritratto dell’aristocratico principe, secondo le indicazioni registiche di Battistini, stravolge lo stereotipo di un Don Fabrizio maestoso, austero, pieno delle sue grandezze concettuali, distaccato dalle viltà circostanti –come reso dal romanzo e dal cinema- fino al personaggio di Turi Ferro del 1999. Al contrario, Barbareschi calca i panni di un accorato e commosso nobile decadente, prossimo alla morte, che sottolinea i sussulti del proprio animo con enfatica partecipazione. Vi è un’evidente cesura tra il primo ed il secondo atto, con l’atteggiamento iniziale del principe teso a rapidi quanto finalizzati movimenti di azioni efficaci che spesso si traducono in vis comica scandita dalle risa in platea, e il progressivo disagio esistenziale che si tramuta in un edulcorato atteggiamento nei confronti della vita nuova, in senso politico, sociale ma soprattutto morale. Con questa commossa partecipazione alla fragilità ed imponderabilità dell’esistenza terrena, il Don Fabrizio di Barbareschi evidenzia la propria impotenza nei confronti dello sbarco dei mille in Sicilia che sancisce la nascita di un’Italia unita e la morte dell’aristocrazia, con l’ascesa inarrestabile di una nuova classe -quella borghesia arrampicatrice sociale- vogliosa di denaro e potere ma priva di contenuti ideologici e morali., di buone maniere e raffinatezza d’animo. Il pubblico ha gradito molto, in tal senso, i monologhi infiammati del principe di Salina, concedendo inoltre numerosi applausi anche agli altri attori, in particolare a Toto Onnis nei panni riuscitissimi del ricco borghese Calogero Sedara, ad Alessandro Reggiani (Don Ciccio Tumeo) e ad Alfredo Angelici (Tancredi). Tra le attrici, Manuela Maletta, Bianca Guaccero e Alessandra Schiavoni hanno dato vita alle tre fragili e convincenti figlie del principe. Splendidi e meticolosi i costumi d’epoca di Andrea Viotti, intrise di cupe tinte fiamminghe stile seicento le scene di Carmelo Giammello ben risaltate dalle oniriche musiche di Paolo Cillerai.
Claudio Ruggiero
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