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Finestra ai giornalisti: «Ho una sorpresa per voi, questa è…»
Tutti sanno quanto è “frizzante” e imprevedibile il sindaco Finestra. Ieri sera, in un bel ristorante della città dal nome di democristiana-andreottiana memoria, come al suo solito ha riunito i giornalisti della città per il resoconto dell’anno passato. ParvapoliS era presente alla cena (anche noi siamo giornalisti… ve ne siete accorti per caso?) ed è stata testimone di un episodio incredibile. Il sindaco ha stecchito tutti i presenti, in senso figurato, lui non c’entra niente con la scritta “Giornalisti terroristi” trovata nei giorni scorsi al Palazzo delle Poste. L’arzilllo Ajmone ha presentato ai convenuti la sua “signora”: «Cari amici questa è mia moglie, tiè!». Un coro all’unisono: «Azz…». Doppio colpo di scena, oltre che per la differenza d’età più che decennale, la signora al suo fianco era la nostra collega Emanuela Gasbarroni, capa delle news di Radio Luna. Di certo una gran bella donna. Chi l’avrebbe mai detto di questi due piccioncini? Eh sì che gli ammiccamenti, in effetti, c’erano… ma si sa che l’Ajmone pontino è un gran predatore di bellezze. Non manca un colpo. Si dice, nell’ambiente, che abbia avuto tra le sue braccia anche la Manuela Arcuri (tutti lo ricordano i complimenti che gli fece allo spettacolo “Latina Moda e spettacolo”). Non voleva crederci nessuno. È uno scherzo di cattivo gusto. E invece i due teneroni si scambiavano sorrisoni e tenerezze tra una frittatina alle verdure e un pezzetto di ricotta affumicata. Noooooo. Ci stanno prendendo in giro! Eravamo circa 40 persone, tutti testimoni. Testimoni che hanno visto il sindaco non filarsi nessuno tranne che Lei, la sua signora. Uno dei commensali – vecchio marpione – con l’aria proprio di chi la sa lunga: «Ma voi non ve lo ricordate perché siete giovani. Anni fa quando la Gasbarroni era giovane giovane, in tutta la città era conosciuta come uno dei migliori c… di Latina e dintorni. Eh…». Eh… sì che pure oggi non è niente male. La cena inizia e alla scena degli “amorucci” ci si abitua. Quanta dolcezza e che occhiate quando arrotolano le gustose fettuccine, al radicchio trevigiano con fettina di lardo di Colonnata. La coppia, però, dalla dolcezza di questo primo momento passa al ritrovato vigore, forse risvegliato grazie a un delicato coniglio all’aceto balsamico. Altro che pillolette azzurre! Intanto l’Ajmone continuava con la tortura ricordando di tanto in tanto che Lei, la Gasby, era la sua signora: «Tiè!». Poi il sindaco attacca con il suo discorso, ma che succede? La Gasby è atterrata: la mano sinistra sorregge la fronte reclinata in avanti, la mano destra delicatamente muove il calice ondeggiando il “rosso” Chianti dei colli senesi. Che potenza l’Ajmone: ha già steso la Gasby, o saranno stati i discorsi delle passate battaglie… della seconda guerra mondiale che mister “Window” ogni tanto tira fuori? In effetti non si frena più, ci mette tanta di quell’enfasi nel suo discorso che si blocca, ma lui “lesto fante piumato di mille battaglie” si riprende in fretta volgendo gli occhietti proprio alla sua Gasby: «Tiè!». E le altre giornaliste? Tutte gran belle ragazze. Giovanotti: arruolatevi nei giornalisti e conoscerete delle belle gnoccone. Nessun accenno di gelosia, almeno secondo la veloce inchiesta di ParvapoliS. La bamboletta Robertina Sottoriva se ne strafrega, lei il suo boy stile “country” lo ha già impalmato: «Tiè!». L’ubertosa Renatina Tomassini se ne strafrega, pure lei, perché con la testa sta già a Milano dove sarà trasferita negli studi televisivi di RTL (quando sarai lì ricordati di noi…) per le news internazionali via satellite: «Tiè!». In effetti rimane la bionda taciturna Monichina Forlivesi, che segue proprio la politica cittadina per Il Messaggero, scarica subito la vicenda, lei rimane sempre la più corteggiata: i consiglieri comunali si squagliano ai suoi piedi. Stasera riesce a collezionare pure tre rose, addirittura una ha un mittente misterioso (ParvapoliS è indecisa se condurre un’inchiesta sulla vicenda). La cosa la intriga così tanto che non ascolta più manco il suo caporedattore quando la chiama, «Tiè!». La serata finisce tra baci e abbracci… dei due piccioncini naturalmente. Agli altri rimane il dono di un libro accompagnato da una preziosa ceramica di “Kerameion”. Poi, così all’improvviso, il dramma. Un urlo acutissimo. È lancinante. Penetra così tanto da lacerare il timpano. Gli ossicini si disintegrano e le trombe d’Eustachio esplodono. La fronte è imperlata di sudore. Porca miseria! È già suonata la sveglia. Non si deve andare a letto tardi di ritorno dalle cene…
Remigio Russo
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