Parvapolis >> Cultura
Latina. Stagione di Prosa. Successo per Tullio Solenghi. E Maria Corsetti per una volta non ha nulla da obiettare: «Grande teatro»
Che lo spettacolo fosse bello
era nell’aria. Recensioni a
favore, il regista Matteo
Tarasco che insieme a Tullio
Solenghi si presentano qualche
giorno prima alla stampa
con il sorriso di chi sa già di
avere vinto: disponibili come
solo quando si è grandi si riesce
ad essere. A questo
aggiungi la scenografia firmata
da Carmelo Giannello
ed i costumi curati da Andrea
Viotti che avevano dato prova
della loro capacità sul palco
del D’Annunzio la settimana
scorsa: per un simpatico
gioco del destino i due sono
stati chiamati anche per la
messa in scena de “Il sogno
del principe di Salina, l’ultimo
Gattopardo”, regia di
Andrea Battistini, protagonista
Luca Barbareschi. E di
quello spettacolo, che aveva
ancora molto da sistemare,
gli unici elementi impeccabili
e superbi erano proprio scene
e costumi. Sontuose le prime
nel Gattopardo, essenziali
nella Bisbetica. Sempre coloratissimi
e d’effetto i costumi.
Ma veniamo alla regia di
Tarasco che si potrebbe definire
geniale e di sperimentazione
visto che utilizza un
compagnia di soli attori
uomini. Ma questa è tradizione,
quella elisabettiana, e
prima ancora del teatro
greco. Solo che oggi si è persa
la memoria di allora. Il lavoro
di recupero di Tarasco diventa
quindi una sfida, una
scommessa. Riuscita.
“Abbiamo pensato di mettere
in scena La bisbetica domata
con una compagnia di soli
attori uomini non soltanto
per amore della tradizione
elisabettiana, ma anche per
riscoprire la forza misteriosamente
contemporanea contenuta
dalle parole dei personaggi
femminili shakespeariani
se interpretati da uomini”
spiega Tarasco nelle note
di regia “Ovviamente non si
tratta di uno spettacolo entravesti,
che traviserebbe il
senso profondo della commedia;
e ovviamente non si
tratta di una “omosessualizzazione”
della storia, che
svierebbe dal nucleo centrale
del conflitto tra opposti. “Qui
si gioca a fare sul serio” e il
nostro è un gioco molto serio,
come il teatro è, e sempre
dovrebbe essere, un gioco nel
quale alcuni uomini giocano
(nel senso inglese di to play,
che significa anche recitare) il
ruolo delle donne, insieme ad
altri uomini che giocano il
ruolo degli uomini”.
Ma come ha reagito il pubblico
di Latina di fronte a tutto
questo? Benissimo. Il teatro
era quasi pieno (sono più di
settecento posti), gli spettatori
attentissimi. Non poteva
essere diversamente. Quando
sul palco c’è William
Shakespeare bisogna solo
ascoltare. Se pensiamo che
una pessima rappresentazione
di Shakespeare riesce
comunque a farsi seguire,
una ottima toglie il fiato. E
non era per nulla spiazzante
trovarsi in scena uomini nella
parte di donne: bravissimi ed
attenti gli attori hanno interpretato
egregiamente il loro
ruolo. Tullio Solenghi?
Sorprendente. Grazie dunque
a tutta la compagnia
Lavia per aver offerto alla
città di Latina la possibilità di
assistere al grande teatro.
Maria Corsetti
Riproduci il filmato oppure procedi con il download.
|