Parvapolis >> Cultura
Latina. Chiesa cattolica e libertà di stampa. Un progetto di ricerca dell'Università di Munster per indagare il rapporto tra censura e modernità
Cosa hanno in comune grandi letterati e pensatori come Boccaccio, Machiavelli, Galilei, Voltaire, Kant, Goethe, Leopardi, Mazzini e in epoca contemporanea Gide, Sartre, Moravia, Aleister Crowley o Graham Green? Per le loro idee, spesso rivoluzionarie, queste e molte altre celebri personalità sono state oggetto di censura da parte della Santa Congregazione dell'Indice e della Santa Congregazione dell'Inquisizione romana.
Attraverso l'Indice dei libri proibiti, istituito da Papa Paolo IV nel 1559 e soppresso nel 1966, la Chiesa Cattolica ha espresso pubblicamente la sua posizione, influenzando in molti casi la diffusione della cultura e la circolazione delle idee, nel tentativo di prevenire il pericolo della contaminazione della fede e la corruzione morale.
Nelle maglie della censura finirono anche trattati di letteratura medica, testi giuridici, approfondimenti non autorizzati su inquisizione e massoneria e persino le versioni in lingua volgare della Bibbia e del Nuovo Testamento. Il controllo della stampa e l'influenza della censura cattolica nel dibattito culturale sono temi che, soprattutto di recente, stanno attirando l'attenzione di storici, umanisti e teologi a livello internazionale. Su questi argomenti affascinanti e per alcuni aspetti ancora molto attuali, è centrato un interessante progetto di ricerca dell'Universià' di Munster, finalizzato alla ricostruzione dettagliata dei rapporti fra Chiesa e libertà di stampa.
Biagio Genovesi
|