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Latina. Diavolo d'un Crowley. Esce per Castelvecchi la biografia di uno dei personaggi più controversi del Novecento. Ma in tanti lo amano
È uscita da qualche settimana, edita da Castelvecchi,
la biografia di Aleister Crowley, "Fai ciò che vuoi",
di Lawrence Sutin.
Intendiamoci subito: Aleister Crowley è un personaggio scomodo e controverso.
Provocatore eccessivo, anticonformista dell'alta
società inglese ("un rampollo viziato di una facoltosa famiglia
vittoriana che incarnava molti dei pregiudizi razziali e sociali
tipici dell'alta borghesia vittoriana del suo tempo"),
un opportunista caustico ed arrogante, un disprezzatore della plebe, un
anticomunista ed un anticlericale viscerale, quello che andò da Hitler per proporgli
la base filosofica del nazismo eppure liberale fino all'anarchia, il lato oscuro
della Conoscenza del vero, il Profeta
dell'Eone di Horus.
Crowley incarna il tipico protagonista gotico avvincente e spregevole,
ci dice Sutin. È stato un modello in voga
per tutti quegli scrittori in cerca di personaggi cattivi dotati
del necessario sangue freddo. "Il Mago" di Maugham è il caso
emblematico, quello che ha dato il via, a livelli letterari
alti, a tutta una serie di romanzi a lui ispirati almeno
a partire da "The Beast" di Snoo Wilson, fino ai nostri
Leonardo Sciascia, con "Il mare colore del vino" (Einaudi) e Vincenzo
Consolo che con "Nottetempo casa per casa" nel 1992 ha vinto il Premio Strega (Mondadori).
Anche nella saggistica Crowley, che a sua volta ha scritto decine tra saggi
e poesie, ha ispirato centinaia di altri volumi, e decine di altri autori,
da Dion Fortune, ad Israel Regardie, al troppo trascurato Alberto Moscato.
A Crowley non dobbiamo solo le illustrazioni, magnifiche, di Frieda Harris
o Dylan Dog, ma anche i fumetti di Alan Moore e di Grant Morrison (X-Men).
Il fascino nero ed esotico di Crowley non è rimasto confinato nei libri.
Da quando i Beatles lo misero nella copertina di un loro album (Sgt.
Pepper's Lonely Hearts Club Band, 1967) in una foto che lo ritraeva
con la testa rasata e lo sguardo penetrante, Aleister Crowley ha continuato
ad esercitare la sua influenza nel mondo del rock. Ozzy Ousborne gli ha dedicato
una celebre canzone, "Mr Crowley" appunto. Sting si è dichiarato in una celebre
intervista suo seguace. E ancora lo citano ed amano: i Rolling Stones, i Led
Zeppelin, David Bowie, Darryl Hall, The Clash e The Cure. Per non parlare
di tantissimi gruppi meno conosciuti: i Current 93 si sono esplicitamente rifatti
a lui già dal nome, Hardcore, Punk e Industrial e in
Italia i Death SS e gli XP8.
Insomma, non si può non condividere l'affermazione di Francesco Dimitri,
lo scrittore che ha curato la prefazione: "Se si potesse misurare l'influenza
di Crowley e metterla a confronto con quella, tanto per fare un nome, di Alberto
Moravia, Crowley vincerebbe di parecchie lunghezze".
Ma Crowley fu solo questo? Fu il peggio del mondo fatto uomo e messo lì
nel tempo e nella storia per rinfacciare al mondo la sua schifezza?
Fu solo un losco "scrittore" che si divideva tra il misticismo e il cazzeggio?
Difficile biasimare chi prova odio e timore nei suoi confronti, di chi lo considera
(a torto) il padre del Satanismo. Difficile difenderlo. Diceva un suo discepolo:
"Non ha alcun senso cercare di ripulire la reputazione di Crowley quando egli stesso
ha dedicato la maggior parte della sua vita a macchiarla sistematicamente".
Ma Crowley è stato anche grande. Un poeta brillante, che con le altezze
dei suoi versi ha pareggiato gli abissi in cui la sua anima ha saputo portarlo.
Un saggista profondo e colto come pochi. Un ritualista intenso e raffinato. Un grande
iniziato. Il Profeta
della Dolce Stella.
Gli studiosi di storia della religione, dice ancora Dimitri,
tendono a prendere le distanze, a snobbarlo; i filosofi o gli antropologi
"quando parlano di misticismo pensano più ai fenomeni da baraccone [...]
come quelli di Padre Pio che al percorso tragico, umanissimo e pieno di errori"
di Aleister Crowley.
L'urlo vitale e libertario dei suoi versi non può trovare eco nemmeno più tra i giovani.
A scuola insegnano sempre di più ad essere persone per bene ma si guardano bene
ad insegnare ad essere liberi. Non ci resta che il rock.
PS. C'è un ex scrittore a proprie spese che ora è diventato
un santone orientale. Il libro era il pessimo debutto di un dilettante e negli
anni non ne ha pubblicato altri; ha sempre regalato a tutti quell'unico libro,
pure al supermercato. Ora dice di aver venduto 100000 copie, roba che nemmeno
Melissa P. Aver capito d'un botto il senso della vita gli ha
fatto crescere i capelli, e lo ha fatto vestire d'arancione. Ti insegna Yoga e come svegliare
Kundalini. Gli dai 200 euro al mese e tutti i segreti
del mondo te li racconta lui. A puntate. Per raccontare l'Universo ci vuole il suo tempo.
Solo Uno per crearlo ci ha impiegato 7 giorni ma si chiamava Dio.
Senza offesa per gli autori-fai-da-te, e per gli illuminati esotici, ma io a questo
punto preferisco andare a messa, almeno mi prendono per il culo gratis.
Mauro Cascio
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