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Sabaudia. L'uomo di Neandertal e i falsi del Circeo. Antonio Pennacchi: «La paleontologia può credere a tutte le iene che vuole, ma...»

Nel 150° anniversario della scoperta in Germania dei resti fossili dell’uomo di Neandertal, la Paleontologia italiana – Università la Sapienza, Istituto Italiano di Paleontologia Umana, Fondazione Marcello Zei, Parco nazionale del Circeo, Ministero Beni Culturali, ecc. – organizza a Sabaudia il 21 e 22 ottobre il convegno internazionale di studi “Nostro fratello Neandertal”, a cui parteciperanno numerosi studiosi stranieri. Questo convegno però – oltre ad apportare nuovi contributi scaturiti dall’isolamento e dall’esame del Dna del Neandertal – fa seguito a quello tenutosi nel 1989 in cui, a detta degli stessi organizzatori, “fu dimostrata da parte di alcuni studiosi americani la tesi sull’origine animale dell’allargamento del foro occipitale del cranio neandertaliano del Circeo. Venne così rivista la teoria della cerebrofagia rituale (asportazione del cervello per riti magici) dell’illustre paletnologo A. Carlo Blanc, del quale proprio quest’anno ricorre il centenario della nascita”. Ora si dà il caso che quel cranio del Circeo – risalente a 51mila anni fa – venne ritrovato da Blanc nel 1939, e lui parlò di antropofagismo religioso non solo perché il foro occipitale era stato artatamente allargato, ma soprattutto perché il cranio era collocato al centro di un “cerchio magico” di pietre. È vero peraltro che nel convegno del 1989 l’americano T.D. White dell’università di Berkeley – insieme ad altri – dichiarò di avere dimostrato che quel foro lo aveva fatto una iena: niente antropofagismo, quindi. Ma è anche vero che la vecchia guardia della paleontologia italiana – Ascenzi su tutti, ma anche Zei – difese invece strenuamente la teoria di Blanc irridendo quella americana. Ora invece – morta la vecchia guardia – la nuova si adegua in pieno alla iena a stelle e strisce ma, nella stessa sede, continua a ricelebrare pure Blanc. E questo non si può fare. Blanc è il padre indiscusso della paleoetnologia italiana, ma Blanc e la iena non vanno d’accordo. Se difatti si dà per scontato che l’allargamento del foro occipitale del cranio è opera della iena, poi però si deve pure spiegare a chi si dovrebbe la costruzione del cerchio di pietre – il cerchio magico – attorno al cranio. Chi ce le ha messe le pietre? La iena non può essere stata e in natura non si sono mai trovati cerchi siffatti. Ce le ha messe forse Blanc, allora? Per quanto ci riguarda, noi restiamo convinti che a sbagliarsi fosse chiaramente l’americano, ma la paleontologia italiana è naturalmente padronissima di credere a tutte le iene che vuole. Quello che non è padrona di fare è prenderci per il culo con convegni pagati con soldi pubblici osannando nel contempo Dio e Mammona. Deve scegliere: o Blanc o la iena. E se sceglie la iena deve avere il coraggio di dirci che Blanc era un imbroglione. Se invece non era imbroglione, deve avere quello di mandare a quel paese gli amici della iena. Pure se di Berkeley.

Antonio Pennacchi


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