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Latina. Biblioteca chiusa per mancanza di personale. Mauro Visari: «Due dipendenti si assentano contemporaneamente per malattia. Così...»
«Purtroppo, non si tratta né di uno scherzo né di una battuta. È sufficiente andare davanti alla porta di ingresso della biblioteca e leggere il cartello che è stato apposto stamattina, recita proprio così: ?chiuso per mancanza di personale?». Scrive Mauro Visari, consigliere comunale dei Democratici di Sinistra:
«È? accaduto che nei giorni scorsi siano stati trasferiti dei dipendenti dalla biblioteca al settore ragioneria. I due dipendenti che sono rimasti in biblioteca si sono assentati contemporaneamente per malattia, così il dirigente Palombi è stato costretto a disporre l?'immediata chiusura.
Ormai siamo alla follia! Questa destra va cacciata al più presto prima che combini danni ulteriori.
Quanto accaduto è conseguenza della fuoriuscita dal patto di stabilità. Come ricorderete in seguito a questa circostanza il Comune ha dovuto licenziare dopo 20 anni decine di persone che lavoravano a convenzione in settori strategici dell'Amministrazione, come il settore informatico, il settore urbanistica e la ragioneria. Questa improvvisa perdita di dotazione nell?'organico dell?'Amministrazione ha causato una quantità di reazioni a catena che sono paradossali e di una gravità inaudita. Ricorderete il caso delle maestre degli asili, l?'impossibilità da parte del Comune di assumere personale vincitore di concorso, il rallentamento del lavoro presso alcuni settori, ecc.
Chiederemo conto al più presto al Sindaco di quanto accaduto.
Intanto, pensiamo che debba essere trovata una soluzione urgentemente, ovvero entro domani, altrimenti procederemo per vie legali denunciando l?'Amministrazione per interruzione di pubblico servizio.
Ogni giorno l?'uscita dal Patto di Stabilità operata da questo comune rivela conseguenze diverse e più gravi. Chissà cos?altro ci aspetta. Magari un giorno scopriremo che non abbiamo più vigili urbani per dirigere il traffico o elettricisti per riparare i lampioni o ragionieri per pagare gli stipendi».
Elisabetta Rizzo
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