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Latina. La vittoria dell'uomo qualunque. Lidano Grassucci su Il Territorio: «I partiti sono morti, ma non c'è né assassino né movente...»

I partiti sono morti, ma l'assassino non c'è e il movente è tutto da definire. Quel che è certo è che ci sono i cadaveri e iniziano anche fenomeni di putrefazione. Ad Aprilia Santangelo ha inaugurato la maggioranza “Nescafè” istantanea: cambia a seconda del tempo. A Sezze il martellismo, le liste civiche moltiplicate all'infinito, ha prodotto un sistema politico balcanico-tribale che non è piu' neanche in grado di autodefinirsi: Lidano Zarra sta nell'Udc passato il Brivolco, pensa al partito democratico della sinistra a Sezze centro e ipotizza un centrodestra che guarda a sinistra. Abbiamo superato anche le convergenze parallele di Aldo Moro. A Sabaudia Schintu è “deceduto” per questioni di educazione nei confronti di suoi compagni di coalizione. A Latina il centrosinistra ha inaugurato il partito miracolo che resuscita Mansutti per le primarie, un miracolo politico assoluto (solo per questo Moscardelli andrebbe fatto santo subito). I partiti erano luoghi in cui si imparava a fare politica, si faceva fatica, si studiava. Quanti in Forza Italia conoscono di Benedetto Croce? Di Adam Smith? La dichiarazione di indipendenza americana? E quanti nell'Udc saprebbero districarsi dentro i meandri della Rerum novarum? I partiti sono degli ascensori utili per arrivare all'ultimo piano. Non invidio Fazzone, Pedrizzi e Forte alle prese con tanti piccoli presidenti americani, con geni incompresi. Con gente che sapendo fare la O con il bicchiere si sente al pari di Dante, o in grado di spiegare la politica a Machiavelli perchè è stata votata da mamma al condominio. Sezze, Gaeta, Cori, Sabaudia non hanno piu' i sindaci, Aprilia è come se non lo avesse mai avuto e i cittadini fanno i comitati anche per comperare la carta igienica a scuola. Senza i partiti finisce anche la possibilità di leggere la politica, di governare il consenso. Qualcuno voleva fare lo stato della Chiesa, qualche altro come la Russia, in pochi sognavano le libertà americane, molti la giustizia sociale tedesca. Credevano in qualche cosa. Giannini fece il movimento dell'Uomo Qualunque, ebbe un successo effimero allora, ma il tempo gli ha dato ragione. Quando si cercava un motto per la repubblica appena nata c'è chi suggerì: “tengo famiglia”. Avevano ragione entrambi e sbagliavano Sturzo, De Gasperi, Nenni, Togliatti ed Einaudi.

Lidano Grassucci


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