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Latina. Cannabis, finalmente Prodi ne fa una giusta. Mauro Visari: «Il decreto Turco è un provvedimento di buon senso e di civiltà...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Mauro Visari, consigliere comunale dei Democratici di Sinistra.
Si parla in questi giorni del decreto di Livia Turco. Lei cosa ne pensa?
«Sì, la novità è l'aumento della quantità massima consentita. Un provvedimento
che non è di destra, di sinistra, più o meno liberale. Mi sembra piuttosto un provvedimento
di buon senso e di civiltà, per un motivo molto semplice: perché non è possibile mandare
in galera un giovane per un fatto così stupido. Non possiamo non considerare che le
droghe leggere siano cosa completamente diversa dalle droghe pesanti. E non possiamo
non considerare che in Italia di questo tipo di sostanze se ne faccia un larghissimo
uso». Potrebbe essere il primo passo, da più parti auspicato, verso la legalizzazione delle droghe leggere?
«Non saprei, forse no. È vero che la droga leggera non crea dipendenza,
è vero che in molti, soprattutto in ambienti radicali, la chiamano addirittura non-droga,
ma è comunque qualcosa il cui abuso va sconsigliato e demotivato. Penso ad una azione culturale,
di divulgazione dell'informazione finalizzata alla limitazione dell'uso di queste
sostanze che comunque non fanno bene, alla stregua, intendiamoci, del tabacco, dell'alcool».
Ma quanto rischioso può essere uno Stato Etico che interviene sulle mie scelte
private e sulle mie libertà individuali e quanta ipocrisia c'è nell'approcciarsi
al tema da parte della classe politica? «Trovo grave che in Parlamento tante persone facciano uso
di droghe pesanti, come ci hanno documentato Le Iene, e poi quelle stesse persone hanno
atteggiamenti proibizionisti, rigidi
e censori nei confronti dei giovani che assumono cannabis. Mi sembra terribilmente ipocrita che
quegli stessi parlamentari dimostrino tanta intransigenza e tanta inflessibilità.
Però, nel dire questo, bisogna avere il buon senso della giusta dimensione delle cose.
Un conto sono le droghe leggere, un conto sono le droghe pesanti. Un conto è il proibizionismo
spinto, il divieto assoluto, un conto è la demotivazione, lo sconsigliare l'uso di
determinate sostanze; altra cosa ancora è la liberalizzazione assoluta che poi alla fine
ritengo sbagliata». Eppure in quei Paesi dove una certa liberalizzazione c'è, e da tempo,
la percentuale dei ragazzi che fanno uso di droghe leggere è sensibilmente minore rispetto
ai Paesi a regime proibizionista. In Olanda, dove hashish e marijuana si comprano nei
Coffee Shop, solo il 9.7% dei ragazzi consuma almeno uno spinello al mese, contro il
10.9% dell'Italia ed un dato spaventosamente alto in Paesi a tradizione proibizionista:
15,8% nel Regno Unito e 16,4% nella Spagna prima di Zapatero. Senza considerare che
con la legalizzazione i ragazzi possono comprare l'erba in un ambiente sicuro
ed amichevole, piuttosto che per strada, a stretto contatto con il mondo violento
e criminale dello spaccio, dove il passo verso droghe più pesanti è davvero breve.
Diana A. Harja
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