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Latina. Qui Il Territorio. Vengo dopo il Tiggì. Maria Corsetti: «Cosa fa spettacolo per l'uomo». Ancora considerazioni su Anna Maria Franzoni
A Luciano Garofano, comandante del Ris di Parma, quando ha presentato il suo libro “Delitti imperfetti” in molti hanno chiesto lumi sul delitto di Cogne. La risposta è stata “Il mio libro racconta casi definiti dalla giustizia. Il delitto di Cogne è ancora in fase processuale, quindi non ritengo opportuno scriverne”. Una lezione che dovrebbero imparare nei talk show della tivvù. L’omicidio del piccolo Samuele fa orrore soprattutto perché sul banco degli imputati c’è la madre. E Annamaria Franzoni ha tutte le carte in regola per essere un personaggio televisivo. È carina, non si sottrae alla telecamere, si è affidata ad un legale altrettanto televisivo che a un certo punto ha deciso di non seguire più il processo, la sua personalità ci viene descritta da una serie di perizie psichiatriche che ogni giorno ne tirano fuori una. Siamo passati dalla lucida assassina, alla malata di mente che avrebbe agito in un raptus di semincoscienza che poi l’avrebbe portata a rimuovere tutto. Compreso il corpo del reato, mai trovato nonostante lo spiegamento di uomini e mezzi. Se fosse stata veramente lei ad uccidere il piccolo Samuele per favore ci spieghi un giorno come si fa a nascondere così bene certe prove. Ci si dimentica troppo spesso che questo, come ha sottolineato nell’ennesimo talk show sulla vicenda Antonio Di Pietro, è un processo indiziario. Non ci sono prove, c’è solo l’ombra di un sospetto che si può leggere in tanti modi. Ma l’audience vuole la Medea di Cogne. Dal mito greco ad oggi sono passati millenni. Eppure, ancora una volta, ci troviamo in ritardo di decine di secoli rispetto alla scoperta di quanto fa spettacolo per l’animo umano.
Maria Corsetti
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