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Latina. Areoporto. Per Ryanair la pista è corta. Un problema risolvibile. Vincenzo D'Onofrio (Demetra): «E i nostri politici cosa fanno?»

«Apprendiamo dalla stampa che l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, è intervenuto nel dibattito circa un ridimensionamento del numero di voli dell’aeroporto di Ciampino e sulla ristrutturazione del sistema del traffico aereo nella Regione Lazio: in una conferenza-stampa tenutasi a Roma, dichiarando: "La chiusura di Ciampino alle low-cost significherebbe una perdita di 3 mila posti di lavoro nell’area di Roma e la perdita di un valore di spesa annuale per il turismo pari a mezzo miliardo di Euro"». Lo scrive Vincenzo D'Onofrio, presidente di Demetra. «Michael O’Leary ha chiarito i motivi per i quali il vettore low-cost irlandese non può lasciare il secondo scalo romano: se la compagnia dovesse essere allontanata da Ciampino, sarebbe attualmente impossibile spostare i voli su un altro scalo laziale perché A Fiumicino non ci sono slot disponibili, e la pista di Latina è troppo corta. Quindi O’Leary ha avvisato: "O Ciampino o niente. Se non ci vogliono, ce ne andremo dal Lazio” Dalla dichiarazione di O’Leary, uno dei massimi e più autorevoli esponenti delle compagnie aeree low cost, appaiono chiari, secondo noi, alcuni punti importantissimi: • Non viene considerata nessun’altra alternativa nel Lazio a Ciampino se non Fiumicino o Latina, non sono considerate alternative Frosinone o Viterbo; • L’unico motivo vero per il quale Latina non è attualmente utilizzabile, secondo il punto di vista di O’Leary, è la dimensione della pista, che è una questione risolvibile; • l’attività delle compagnie low cost, a Roma, ha creato 3000 posti di lavoro e un indotto per il turismo di mezzo miliardo di euro all’anno, posti di lavoro e indotto che sicuramente potrebbe trasferirsi, almeno in parte, a Latina; Il nostro circolo ha cercato, nel corso degli anni, di stimolare la nostra classe politica ad agire in modo da rendere possibile l’apertura per fini civili dell’aeroporto di Latina, consentendo finalmente alla provincia di avere quello che può diventare un volano di sviluppo. Gli appassionati di aeronautica dicono: un chilometro di strada non ti porta da nessuna parte, un chilometro di pista ti porta in tutto il mondo. In un comunicato del 01/11/2002 il nostro circolo ha fatto una serie di considerazioni e di richieste, in relazione all’ipotesi di sviluppo del nostro aeroporto, che risultano quanto mai attuali e che denunciano il tempo che si è perso e le possibilità per la nostra economia che sono state sprecate. Ne riportiamo alcuni passaggi significativi: (omissis) “ciò che si capisce è che non esistono certezze circa l’effettiva possibilità e volontà di sviluppare l’aeroporto di Latina in ambito civile, se questo non avverrà saremo di fronte all’ennesimo treno in partenza senza il Capoluogo e la provincia di Latina a bordo, nonostante che la struttura di Latina sia completa di tutto mentre nelle altre sedi regionali sarebbe necessario partire praticamente da zero. (omissis) Occorre passare, dalla schermaglia politica alla programmazione economico finanziaria, essenziale per una buona amministrazione. Bisogna strutturare progetti seri che abbiano un responsabile politico, affiancato da un manager di progetto con chiare ed approfondite competenze di merito, preposti a sovraordinare un comitato operativo composto da rappresentanti di alto livello di Amministrazione Provinciale, Amministrazione Comunale, Camera di Commercio, Associazioni Industriali ed ogni altro organismo necessario. È necessario che l’operato di questo come di altri comitati operativi sia trasparente rispetto ai veri “azionisti” di queste operazioni che sono i cittadini di Latina, tutta la produzione documentale e tecnica dovrà essere messa a loro disposizione, anche via internet, per dare modo di fare proposte e perché no, anche criticare alcune scelte eventualmente fatte, solo con questo metodo democratico sarà possibile evitare il ripetersi di occasioni sprecate o poco trasparenti. Per quanto riguarda l’aeroporto, questo comitato dovrà definire entro un termine accettabile, massimo 12 mesi, un business plan, un progetto dell’investimento completo che comprenda: • lo studio di mercato sul bacino di utenza e sul potenziale di movimentazione merci e passeggeri, da elaborarsi con il concorso del polo industriale, dell’azienda promozione turistica e della camera di commercio; • il budget degli investimenti occorrente per la realizzazione delle strutture aeroportuali necessarie in base alla domanda di mercato prevista; • tutte le infrastrutture di supporto necessarie al corretto funzionamento dell’aeroporto, compreso un ufficio doganale in grado di rispondere alle nuove esigenze; • l’interazione sinergica con le altre infrastrutture provinciali, ad esempio il centro intermodale, e tutte le altre possibilità di collegamento a livello nazionale ed internazionale che possano creare traffico merci e passeggeri; • definire fin da ora i parametri e i punti chiave che dovranno essere rispettati dalla società di gestione che dovrà occuparsi dell’aeroporto; Ribadiamo la necessità di non abbandonare la possibilità di voli passeggeri sull’aeroporto di Latina, al fine di non sacrificare il rilancio turistico potenzialmente collegato. È necessario che le operazioni di cui sopra vedano il massimo coinvolgimento dei professionisti, industriali e degli operatori economici di Latina, è ora di interrompere i pellegrinaggi di soggetti esterni alla nostra provincia che vengono acclamati come salvatori della patria, mentre vi sono realtà locali di alto livello tecnico e professionale e che conoscono sicuramente meglio la nostra realtà. È chiaro che il coinvolgimento delle professionalità e la diffusione delle notizie inerenti lo sviluppo del progetto dovranno avvenire in modo trasparente e il più allargato possibile, è necessario che la realizzazione di queste importanti infrastrutture siano una grande occasione per la crescita del tessuto economico e professionale della nostra provincia.” Purtroppo la gran parte della nostra classe politica, fatta qualche eccezione, è stata ed è troppo impegnata nella lotta per l’acquisizione di posti nelle amministrazioni e nei consigli di amministrazione delle società, per accorgersi che quello che il nostro circolo diceva anche prima del 2002 e che oggi ci dice l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, è una tragica realtà: abbiamo buttato nella pattumiera 3000 posti di lavoro e mezzo miliardo di euro di indotto turistico all’anno, o per lo meno una fetta significativa. Facciamo i nostri “complimenti” a chi è riuscito in tale impresa, nella speranza che questo possa fungere da “stimolo” a recuperare».

Elisabetta Rizzo


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