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Latina. I Verdi spaccati. Fabrizio Vitali: «Io e Luigi Di Mambro eravamo radicali. Quelli che non trasbordavano verso posizioni indifendibili»
Forse faremmo bene a capire cosa è la democrazia, dice Fabrizio Vitali, il consigliere provinciale di quei Verdi che in provincia lui ha fondato, coccolato, fatto affermare con ostinata e spesso quasi solitaria cocciutaggine e che oggi lo diffidano e prendono le distanze da lui. Politica ingrata. Ti verrebbe da difenderlo, senza se e senza ma. Ci prova lui.
«I Verdi nella città di Latina nascono nel 1985 in occasione delle elezioni comunali che allora si tennero. Furono, nei fatti, guidati da allora da Luigi Di Mambro e da me, tutti e due provenienti dalle file del partito radicale, quello dei diritti civili, quello che non trasbordava, come accadde, verso posizioni, per me, indifendibili.
Negli anni abbiamo avuto un consigliere comunale dal 1993 al 1997, un consigliere circoscrizionale dal 1997 al 2002 (Latina ovest – 30.000 abitanti) ed uno in carica dal 2002 e un consigliere provinciale dal 2004, sempre sotto la bandiera dei Verdi con risultati, anche elettorali, che possiamo definire eccellenti per una realtà tutta spostata a destra come quella latinense.
L’associazione di Latina nella mia persona e in quella di Luigi Di Mambro ha rivestito negli anni ruoli importanti all’interno del partito dei Verdi : consigliere federale regionale, consigliere federale nazionale, presidente provinciale, presidente comunale, delegato nazionale al congresso.
Non sarebbe difficile ascrivere alla mia persona i risultati positivi che il partito ha ottenuto negli ultimi anni a Latina anni come non è difficile rilevare un atteggiamento quantomeno discutibile nei miei confronti da parte dell’attuale coordinatore comunale dei Verdi, non eletto ma voluto e “sponsorizzato” da me a tale incarico, al quale comunque auguro di imparare sempre più e meglio i valori necessari a fare la politica con la “P” maiuscola, cosa che comunque auguro anche a me stesso (siamo uomini mica Budda !)
Se è vero, come è vero, che il nostro esecutivo comunale decide di dare “libertà” di voto ai nostri iscritti e simpatizzanti in relazione alle prossime primarie de L’Unione del 3 dicembre prossimo, come può accadere che la mia posizione pubblica di appoggio a uno dei 5 candidati, tra l’altro assunta senza utilizzare simbologia o il nome del partito, possa produrre una censura nei miei confronti ?
C’è da chiedersi se la democrazia è praticata all’interno del nostro partito o se è arrivato baffone anche tra i raggi del sole che ride a Latina città.
Ma poi, i cinque candidati alle primarie del centro sinistra sono tutti degni di esserlo ? non si rifanno tutti al principio di unità che L’Unione si è dato per le prossime elezioni amministrative del 2007 ? C’è una sorta di veto da parte di qualcuno su qualcun altro o siamo disposti ad accettare serenamente il risultato di queste primarie ? Quale strategia il mio coordinatore comunale ha messo in piedi per poi non trovarsi a dover scegliere se andare o meno con la dignitosissima candidata comunista ?
Quali pregiudiziali sono state e vengono espresse nei confronti dei Verdi di Latina e, a tali pregiudiziali, l’atteggiamento dei verdi di Latina è di difesa della dignità e difesa delle “battaglie” da noi svolte in città negli anni ?
Il 16 novembre del 1922 Mussolini disse in parlamento : “potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli”. Ma questa non era democrazia !
La democrazia è un valore assoluto, certo di difficile totale applicazione, ma se non siamo capaci noi di praticarla per primi che ci stiamo a fare in politica ?
Riguardo alle primarie, null’altro da ribadire se non che il migliore candidato possibile, a fronte del programma comune de L’Unione di Latina, è per Fabrizio Vitali, presidente del gruppo Verdi per la Pace all’Ente Provincia di Latina, Maurizio Mansutti. Se vogliamo ambire, prima o poi, a governare la città, bisogna che ci diamo una scrollata da posizioni di vetusta memoria, bisogna che guardiamo alla realtà della nostra città mirando al suo bene collettivo.
Per quanto senta ogni giorno dire che da cittadini che “i politici fanno schifo”, la politica, quella vera, è una cosa seria e si basa sul dialogo, il confronto, le prese di posizione, la pianificazione del bene collettivo.
La politica, quella vera, oltre che non essere interesse privato in atto pubblico, è capacità di sapere ciò che si sta facendo e mi pare che non si abbia la consapevolezza di tradire la democrazia che, fino a ieri, è stato uno dei principi portanti dei verdi della città di Latina».
Elisabetta Rizzo
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