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Latina. Tavolo territoriale. Piero Marrazzo: «Serve un programma serio, anche per valutare le priorità». L'invito a Cusani e a Zaccheo

Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio, a Latina per il tavolo di concertazione tra l'ente e le associazioni di categoria e sindacali del territorio pontino. Un tavolo che ha visto l'assenza del presidente della Provincia, Armando Cusani e del sindaco del capoluogo, Vincenzo Zaccheo. Alla riunione di venerdì in Provincia, cui ha preso parte metà della giunta regionale, con gli assessori Raffaele Ranucci (Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo), Mario Michelangeli (Semplificazione amministrativa), Francesco De Angelis (Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato), Silvia Costa (Scuola, Diritto allo Studio e Formazione Professionale), Daniela Valentini (Agricoltura) e Bruno Astorre (Lavori pubblici), ne seguiranno tre specifiche (su sistema produttivo, infrastrutture, mobilità e logistica, e sviluppo del territorio) tra gennaio e febbraio. Ultimo appuntamento, a metà marzo, per tirare le fila dei discorsi avviati e lanciare il "progetto Latina". Presidente, cosa serve a questa provincia? «A questa provincia serve unità e una visione il più possibile comune, ecco perché rinnovo al presidente e al sindaco non l'invito, perché sarebbe troppo formale, ma la constatazione che da un tavolo come questo non possa mancare la provincia. Penso che non potrà mancare occasione per parlarci e, anche se alcune analisi sulla tipologia di strumento utilizzato possono essere diverse, può comunque portarci a lavorare come istituzioni in maniera congiunta. La valutazione complessiva unitaria è che per questa provincia serve la programmazione, per una valutazione delle priorità; questo significa che quando le risorse ci sono non possono bastare a tutti i progetti necessari, e deve essere individuata una scala delle priorità che verrà utilizzata per lavorare su tre tavoli che dividono le singole materie e questo è il primo risultato; il secondo è che ho visto le parti sociali convinte del percorso intrapreso, ma anche che non basta solo questo lavoro iniziato, abbiamo già immaginato che parallelamente io inviterò tutti i sindaci , insieme al presidente della provinca a ragionare, anche attraverso il livello istituzionale di prossimità, quello più vicino ai cittadini. Sono state due ore proficue, in cui ho ascoltato molto, in cui il clima è stato positivo, abbiamo parlato a 360°». Quale problema è stato sollevato in particolare modo? «La priorità infrastrutturale, la capacità di usare in maniera sinergica alcuni strumenti come quello della formazione, che interviene nel percoso e sviluppo del tessuto economico. Uno dei temi è stato quello di come coniugare le economie tradizionali che qui sono presenti, come turismo e agricoltura con le nuove economie, della agenda di Lisbona, ad esempio attenzione a non creare uno sviluppo economico sulla bassa produttività qualità, e qui è entrato il discorso della presenza in provincia delle due università, Cassino e Sapienza. Sono fiducioso: quando i tavoli entreranno nello specifico si potrà presentare un protocollo di prospettiva per questa provincia. Provincia lunga, ma non solo per le infrastrutture, ma anche per capacità di leggerla: sono luoghi con esigenze diverse. A partire da gennaio e febbraio ci saranno quattro convocazioni di tavoli e vedremo se saranno sufficienti per far partire il protocollo che si chiamerà "progetto Latina"». Il modello della produttività di qualità deve essere prioritario nei confronti delle economie estere? «Non devono esserci modelli o proposte predefiniti. Posso dire che su alcuni temi siamo venuti oggi con le nostre proposte, ad esempio l'assessore all'Agricoltura, Daniela Valentini, è venuta con la legge sui distretti rurali e quindi con il piano di sviuppo rurale e ha parlato del primo distretto agroalimentare di qualità, con la legge sugli agriturismi (prima ci volevano tre anni per ottenere l'autorizzazione, ora basteranno trenta giorni) con legge sugli Ogm. Prendiamo allora ad esempio l'agricoltura: è ovvio che questa tipologia di impostazione ci aiuta a dire che difendere la qualità del prodotto e non farlo aggredire da culture con organismi geneticamente modi può aiutarci a riposizionare meglio la qualità. Allora però devo dire che alcuni rappresentanti delle Coop hanno parlato della logistica; non fermiamoci solo alla qualità del prodotto, per parlare di competitività perché poi diventa fondamentale la capacità di essere competitivi sotto il profilo della logistica. Se dovessi sintetizzare giornalisticamente, ma lo lascio fare a voi, direi che qui oggi ho visto la classe dirigente di questa provincia. Una classe dirigente con le proprie storie, culture, diversità, ma che si è seduta intorno a un tavolo. Ora sta a noi istituzione essere al servizio di questa classe. Hanno anche scherzato, mi hanno detto "Presidente, non vorremmo essere al suo posto con quei dieci miliardi di debiti sulla sanità". Ma proprio qui a Latina, abbiamo la dimostrazione che un direttore generale come Petti, con l'aumento di 160mila prestazioni ambulatoriali in più nella specialistica, è riuscito ad abbattere liste di attesa, iniziando un percorso. Se poi aggiungete i protocolli che si stanno firmando con i medici sul territorio, vedete che questa è una logica che darà delle risposte. Oggi non c'era la sanità apposta, perché abbiamo parlato di sviluppo economico, e ho voluto che ci fossero gli assessori dello sviluppo, per la crescita. È inizato un lavoro e come tutti i lavori ha bisogno di continuità e determinazione e generosità». Avrete attenzione anche per il polo farmaceutico, come ha chiesto Confindustria? «Questo è un tema nazionale; quando io ho incontrato il presidente di Farmindustria, abbiamo lavorato sapendo che questa finanziaria creava, secondo il settore, dei problemi; noi abbiamo detto che quando ci presentiamo in una regione, con la decisione di aver messo a disposizione 280 milioni di euro dei fondi europei dal 2007 al 2013 per l'innovazione e la ricerca, lo facciamo sapendo che quel distretto si fonda sì sui fondi privati, ma anche su fondi pubblici per la ricerca, ma è anche vero che non devi rischiare delocalizzazione ed è questo un tema per me molto importante, che unisce tre province: Roma, Frosinone e Latina. Abbiamo parlato anche di questo».

Andrea Apruzzese

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