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Latina. L'Inquisizione in Italia. Andrea del Col a Maria Mantello: «Le mie riflessioni sulle responsabilità della chiesa sono quelle di uno storico»

Gentile dottoressa Maria Mantello, sono l'autore del libro pubblicato da Mondadori sull'Inquisizione in Italia, di cui lei dà un resoconto, che ho letto con cura. La ringrazio per l'attenzione che ha rivolto al libro e per l'apprezzamento che esprime. Le scrivo tuttavia perché ho visto che mi attribuisce alcune cose che non rispondono a quanto ritengono oggi gli storici su un tema così ampio e coinvolgente. E' ampiamente dimostrato infatti che gli imputati che non finivano al rogo, non venivano decapitati (sarebbe sempre una condanna capitale!) o messi in prigione a vita. Queste convinzioni sono un mito della leggenda nera, che nessun storico professionale può seguire più perché basata su preconcetti tra l'altro oggi del tutto superati sulla base della lettura dei documenti inquisitoriali. Così pure le streghe perseguitate non sono state milioni: nove milioni di streghe processate in Europa (non in Italia) tra medioevo ed età moderna è un mito dimostrato tale in modo indiscusso da Behringer in un articolo che cito nel volume. L'Inquisizione romana, come quella spagnola, hanno processato e messo anche a morte donne e meno uomini per stregoneria, ma molto meno dei tribunali civili in Germania, Svizzera e Francia. Tutte queste cose le trova al loro posto nel libro, che mi rendo conto essere un po' lungo, ma proprio per questo ben documentato, mi pare. Le mie riflessioni finali sulle "responsabilità" della Chiesa cattolica al riguardo della repressione del dissenso religioso sono formulate da storico, senza acredine anticlericale ma anche senza sconti. Sull'Inquisizione ognuno ha la propria opinione, che non intendo discutere, compresa la sua. Anch'io però vorrei conservare pubblicamente la mia, senza quel tono inquisitorio e denigratorio che non ho mai avuto. Infine: lei può valutare come crede il perdono chiesto da Giovanni Paolo II per le violenze esercitate dagli uomini di Chiesa nel corso dei secoli, ma resta il fatto che il gesto è un cambiamento storico di atteggiamento da parte dei papi su questo argomento spinoso, non una "eterna autoassoluzione" (citate tra virgolette, il lettore è indotto a pensare che siano parole prese dal libro). Di solito non leggo quello che mi riguarda in Internet, ma il suo testo mi è stato segnalato da un mio zio professore che sta in Argentina. Le sono comunque grato per la segnalazione del libro e per l'interesse con cui l'ha trattato e spero che le mie parole risultino rispettose e serene. Con i saluti più cordiali.

Andrea Del Col


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