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Latina. Qui Il Territorio. Barbareschi colpisce ancora. Alessia Tomasini: «Minaccia di andarsene. E in molti ci sperano per davvero...»

Al teatro D’Annunzio di Latina va in scena il Luca Barbareschi show. Uno spettacolo unico con posti a sedere riservati per i membri della fondazione di Latina Da otlre un mese il direttore artistico più famoso e contestato dell’agro pontino sta cercando di mettere in atto. Una politica degna del Re Sole. Nessuna grande tragedia d’amore, intesa come passione per la cultura, ma solo un grande dramma politico in stile Antonio e Cleopatra con memorabili discorsi sull’arte e sull’esperienza artistica rivolti da Barbareschi a Barbareschi stesso. L’obiettivo del direttore artistico è ottenere un contratto - ora annuale e in scadenza - di durata triennale. Inserire nella gestione del teatro e degli eventi culturali che vi si oganizzano un pacchetto di impiegati, tecnici, esperti, tutti rigorosamente romani. Il compenso da capogiro del direttore Barbareschi è di 80mila euro, quello dei suoi collaboratori, partendo da Vaccari e dalla Piccolo, si aggira di conseguenza sui 20mila euro. E la Fondazione che fa? Aspetta. Forse l’entusiasmo delle scelte politche che hanno portato Barbareschi a Latina hanno lasciato il passo al mutismo. L’intenzione del direttore artistico è di gestire, o imporre, ogni decisione che riguarda il teatro D’Annunzio. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, il passaggio che riguarda i beni immobili ora in quota all’assessorato alla cultura, alla fondazione. Una scelta non ancora effettuata, con relativa delibera di giunta comunale, proprio perché se da una parte garantirebbe un volano alla autonomia della fondazione, dall’altra fornirebbe a Barbareschi il via libera definitivo su Latina. Guardando quello che sta accadendo ci si domanda se non abbia ragione il noto attore - che non ha portato alcuno sponsor o nuove risorse ad una fondazione che ad oggi vive sui fondi del Comune di Latina e sui tentennanmenti della Provincia - quando rivolgendosi ai pontini li definisce “provinciali senza arte né parte”. Che fine ha fatto la fondazione guidata dal presidente e sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, dal consigliere comunale e vice presidente Alessandro Calvi, dall’assemblea dei soci, di cui fanno parte anche Cesrae Bruni e Domenico Di Resta, del consiglio di amministrazione, formato tutto da persone di Latina? L’orgoglio di essere pontini, la dignità dei cittadini che rappresentano, la necessità di dimostrare che anche tra gli uomini della bonifica esistono professionalità accredidate e capaci è finito nel nulla. Luca Barbareschi con tono imperioso anche nell’ultima riunione, la prossima si svolgerà domani, ha minacciato la fondazione di andarsene. Mentre qualcuno sospirava in attesa che alle parole seguissero immediati fatti, continua a consumarsi questa grande tragedia d’amore che ricorda quello fatale tra Antonio e Cleopatra, ma anche quello delle lotte politiche dopo la morte di Giulio Cesare. Peccato che in questa mescolanza di comico e tragico alla commedia di Barbareschi si rapporta solo la tragica consapevolezza che la fondazione non riesce a difendere la città a cui appartiene e i cittadini che rappresenta, rischiando ancora una volta di inginocchiarsi alla corte della prepotenza straniera.

Alessia Tomasini


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