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Latina. Lo Zoo di Vetro. Claudia Cardinale: «Normalmente evito i palcoscenici teatrali. Ho troppa paura di questa mia voce così particolare»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Claudia Cardinale, ieri a Latina per "Lo Zoo di Vetro" di Tennessee Williams, la piece in cartellone per la Stagione di Prosa. Lo zoo di vetro è una pièce ambientata nel Sud degli Stati Uniti, in una terra trafitta dal sole, chiusa in sé e refrattaria a qualsiasi cambiamento. Eppure, anche in questo Eden paradossale e aspro, si avverte la presenza dello spirito della guerra da poco conclusa che ancora aleggia sui campi di battaglia. Lo stesso luogo evocato nel titolo, lo zoo, riunisce in sé le idee di protezione e prigionia, rimanda ad esseri vivi ma in gabbia, curati eppure schiavi. Questo zoo, per di più, è di vetro: di un materiale fragile per natura, che rende la situazione ancora più beffarda. Come mai la scelta di calcare le scene, lei tradizionalmente così restia ai palcoscenici? «Io sono preoccupata di solito per questa mia voce, sì. Da qui nascono di solito le mie riserve. Ho questa voce fuori dalla norma. Ogni volta io apro bocca, dovunque io stia, la gente mi riconosce. Ma ormai è diventata una particolarità». La differenza tra teatro e cinema... «Al cinema puoi sbagliare e rifare, se non va bene. Al teatro no». L'emozione che le dà questo personaggio di Williams, Amanda... «A me piace trasformarmi. Non c'entro nulla con quella donna ma mi diverto molto. Nasconde una tristezza interna. Ha perso molto ma incita i bambini ad andare avanti». Lei è anche impegnata con l'Unesco per i diritti delle donne... «Sì, me ne occupo da parecchi anni. Ma mi interesso anche di ambiente. Sono madrina di un evento, Powerstock, un festival per la salvaguardia del verde».

Claudio Ruggiero

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